Economia, 1Talento Di Pensiero
SPEED BOOK DATE Padova 24 febbraio 2018
"Il capitale nel XXI secolo", di Thomas Piketty - Ed. du Seuil 2013
"Thomas Piketty ha 46 anni, vive a Parigi con la moglie Julia e le tre figlie. E' professore all' 'Ecole des hautes etudes en sciences sociales' e all''Ecole d'Economie de Paris'. Con questo saggio ha vinto nel 2013 ha vinto il Prix 'Yrjo Jahnsson' assegnato dalla European Economic Association.
E' in realtà un lavoro ambizioso, ma originale e rigoroso con cui Piketty avvia un'analisi finora inedita, perchè raccoglie dati di Bilancio da 20 Paesi nel mondo, con una questione attualissima : che cosa favorisce la speculazione, che conduce alle disuguaglianze sociali ed all'ingiustizia, anzichè l'investimento del capitale ?
Mi ha incuriosito, perchè il suo lavoro segnala un collegamento importante fra la buona economia e la psiche individuale, continuamente tentata dal godimento consumistico, o dall'ottenimento immediato senza lavoro anzichè dall'investire i propri talenti per un maggior profitto.
Piketty afferma che lo scivolamento speculativo vada affrontato anzitutto nelle singole Nazioni con una Cultura condivisa, ma propone contemporaneamente una imposta progressiva sul capitale, politica tuttavia non molto seguita dai Governi, perchè incoraggerebbe la migrazione dei capitali laddove invece la speculazione viene premiata.
Penso che sarebbe utile arrivare a definire la composizione del capitale, come Piketty stesso auspica ed il suo lavoro prosegue con nuovi alleati in nuovi Paesi - perchè quando la percentuale di rendita non supera il capitale investito in attività produttive, probabilmente una imposta progressiva sul capitale non avrà effetti depressivi".
Marina Bilotta Membretti, Padova 24 febbraio 2018

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Scalata notturna sul ghiacciaio.
"Il Caso Giulio" è stato presentato su "Psicoterapia e scienze umane", Rivista trimestrale di Franco Angeli editore, fondata nel 1967 dal "Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia – Centro Studi di Psicoterapia Clinica di Milano". Anno 2017, Vol.51, n.3
Segue il mio commento a Caso chiuso.
"La cordata è come un rapporto d'amore..." (p.467). E' la frase-chiave, densissima di questo Caso.
E forgiata da Giulio non subito, ma dopo aver pianto sul luogo dove "qualcuno ha messo un libro per le dediche a Paolo..." (p.466).
Una frase che resta inesplorata e oscura se poco prima lui stesso aveva ammesso : "Non mi reputo freddo... ma non sento la morte del mio amico... non mi crea scompigli emotivi..." (p.466)
Ma Giulio aveva anche premesso : "...Io sono un impulsivo. Faccio quello che mi passa per la testa..." (p.460) e poco dopo "...Prima mi ribolliva il sangue..." (p.462)
La decisione del paziente, dunque, di interrompere dopo pochi colloqui il lavoro con lo psicoterapeuta appare verosimilmente prematura, non consentendo a Giulio di collegare il "suo" pensiero al "rimosso" che la coscienza ingenuamente tenta di proteggere.
D'altra parte, fin dall'inizio non l'inquietudine dell'inconscio aveva mosso Giulio al lavoro con lo psicoterapeuta, quanto il suo "coscienzioso" attivarsi "come desidera la sua mamma e come gli era stato indicato da subito dal medico dell'ospedale dove era stato ricoverato in "Pronto Soccorso" (p.457). Giulio si era definito infatti : " ...Un accontentatore... Evitavo i conflitti... di fronte a un conflitto seguivo la corrente..." (p.465)
"Come mai di notte e col buio ?" era stata la domanda logica dello psicoterapeuta, ascoltando dal paziente che : "Ci siamo svegliati a mezzanotte e all'una siamo partiti per un ghiacciaio molto crepacciato." (p.458).
La risposta era arrivata subito, competente, tecnica. "...E' preferibile la notte per trovare il ghiaccio più compatto e di notte, comunque, c'è sempre sulla neve un riflesso che dà una buona luce e quindi una buona visione..." (p.459).
La visibilità dunque era tale da non precludere il ricordo di quello che avveniva, eppure Giulio "non vede" l'incidente.
"Si saliva a turni, si agganciavano i chiodi e risaliva l'altro... poi non ricordo più nulla... (p.459).
Chi presta soccorso infatti è l'altra coppia di amici in cordata, uno dei quali non ha visto nulla, mentre l'altro che era in cima ha dato l'allarme sentendo distintamente le urla di entrambi. Che cosa dell'incidente "è stato visto", e da chi ? Resta un mistero.
"...Ho recuperato alcuni flashes ...mi sembra di veder cadere il mio amico ...sentire il suo urlo e io che vengo trascinato giù..." (p.459)
Nelle settimane successive Giulio cerca qualcuno con cui parlare, ma "i soci di Paolo sono stati strani... non ne volevavo parlare più" (p.459).
Il tema del ghiacciaio, così come della scalata coi chiodi, infine del silenzio che rasenta il mutismo durante le sedute di psicoterapia sono senz'altro rappresentativi del Caso e di Giulio stesso : tanto che forse ci si può sentire sollecitati, in sua presenza, a "rompere il ghiaccio".
"Eravamo legati con la corda, non si dovrebbe fare sul ghiaccio ma eravamo partiti così e ci siamo rimasti..." (p.459). "Mi chiedo se ho delle responsabilità, la mia risposta è netta : no... " (p.461).
Resta pertanto tutta da chiarire la frase-chiave segnalata inizialmente : "La cordata è come un rapporto d'amore...", perchè il paziente non rivela altro sulla parola "amore" e non usa mai la parola "amore" nei confronti della fidanzata, pur sostenendo di volerla sposare.
Nei confronti dell'amico invece proprio il linguaggio si fa "amoroso". "...Lì è nato il nostro rapporto... avevo pianto solo due volte nella vita, quando è morta mia nonna materna e a diciotto anni per la cagnolina..." (p.466).
Ma è nella parte finale, poco prima di comunicare allo psicoterapeuta la sua decisione di interrompere il lavoro, che il paziente ammette qualcosa di sorprendente : "Paolo lo sento lontano, è stato soppiantato da mia sorella..."
Ed aggiunge rafforzando : "La vicenda di mia sorella ha accantonato il trauma..." (p.469)
Forse, non avendo raggiunto la laurea che tutti in famiglia si aspettavano, la sorella non costituisce più una minaccia per Giulio nei confronti dei genitori, e soprattutto del padre verso cui la competizione con la sorella è evidente ? "Mio padre è distrutto, aveva aspettato ad andare in pensione che lei si laureasse per lasciarle il laboratorio..." (p.467).
Il paziente non chiama mai per nome la sorella, che ha due anni meno di lui e da lei ritiene di esser stato offeso, anzi "tradito".
"...All'inizio, avevamo 18 anni, mi ha tradito... mi sono sentito ferito... non l'ho cacciata..." (p.462). Forse è stato allontanato da lei in una "situazione edipica" non risolta ?
Segnalo che l'unico lapsus del paziente, annotato dallo psicoterapeuta riguarda proprio la sorella. "Nel culo del burro", anzichè "col culo nel burro" (p.468).
"...Forse io ho cercato di sostituire mio padre in famiglia con mia madre... la vedevo sempre sola." (p.468).
Ma l'interruzione avventata da parte di Giulio, del lavoro iniziato con lo psicoterapeuta, apre ad un interrogativo ben più cruciale.
Potrebbe il paziente in realtà aver cercato di ottenere una "certificazione di buona condotta", resasi non più necessaria dopo l'allontanamento della sorella, che lo esonerasse da ulteriori indagini, ed anche auto-indagini, su ciò che realmente avvenne durante la scalata del ghiacciaio ?
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 25 ottobre 2017
Grrr

ACCADERE PSICHICO.
Nulla di mistico.
Palazzo Vecchio - Rinascimento a Firenze.
"...B. Quali azioni indirette conosciamo ?...
B1. Quella dell'avvocato con il cliente...
B2. la seconda è proprio quella dello psicoanalista, che come tale è analoga più a quella dell'avvocato che a quella del medico (lo pasicoanalista resta medico nella diagnosi e nel fine terapeutico, non nella specie di azione)..."
"...Osserviamo che se i due partner possono orientare la vita personale in modo che i benefici dell'uno abbiano ricaduta a beneficio dell'altro, ciò è possibile se la patologia dell'uno non inibisce benefici per l'uno e la ricaduta benefica per l'altro (la patologia è antieconomica cioè svantaggiosa per tutti)... Il punto di vista economico freudiano oggi è sottovalutato, mentre meriterebbe di venire rivalutato, anche nel confronto con le teorie economiche."1
1 Citaz. da : Il divano logico, Giacomo B.Contri www.operaomniagiacomocontri.it

Il profitto della soddisfazione istituisce la legge.
E' la Civiltà dell'appuntamento.
"Nella legge di natura che poniamo e proponiamo, l'uomo normale è l'uomo che, letteralmente, si squilibra (lavoro) su un Altro ottenendone lo squilibrio (ancora lavoro) su di lui in vista di un profitto (ancora squilibrio)... Le due economie che tratteggiamo... riportano l'attenzione sulla vita umana secondo due distinte Città[1]…”
"L’elaborazione del pensiero richiede tempo psichico : in questo tempo l’aggressività dell’inconscio contrasta il lavoro di elaborazione logica…”[2]
[1] "Il pensiero di natura", Giacomo B.Contri SIC Edizioni 2006 - p.114
[2] "Ereditare da un bambino. Perché no ?" Marina Bilotta Membretti, 1°edizione ottobre 2014 – ISBN 978 88 91081 63 6, P.23

"Il pensiero di natura", profitto del pensiero individuale.
"Allattandomi, mia madre mi ha fatto venir voglia di raccogliere soddisfazione anche da altri".
Tratto da "Il pensiero di natura" - Giacomo B.Contri / SIC Edizioni 2006 p.54 Nota 22
Max Liebermann, "Beer garden in Munchen".