Fragole

“Aarrrghh…!! Deaddyy!!”
Illustrazione di Jacopo Ricci[1]/ Rifer.: 0_5484485_125008.jpg>
“La fobìa propriamente detta consiste in una serie di scansamenti intesi ad evitare lo sprigionarsi dell’angoscia.”[2]
E’ “…l’angoscia di perdere la propria ‘elaborazione’ di piacere, imputata ad un altro in quanto altro-partner individuato fisicamente.”[3]
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 25 agosto 2020
[1] Jacopo Ricci dice di sé: “Illustratore indipendente di Valenza, sono nato a Milano negli incredibili anni ‘80 (1988 per la precisione). Disegno da sempre, ma mi innamoro perdutamente di matite e pennelli solo dopo aver finito le scuole superiori. Collaboro con riviste online e realizzo lavori su commissione. Nel 2018 ho illustrato ‘Dottor Tremarella’ (libro autoprodotto) e ‘Guarda Oltre’ (autoprodotto). Nel 2019 mi sono avvicinato alla serigrafia, tecnica che mi permette di realizzare i lavori autonomamente, dall’idea fino alla stampa. Potete dare un’occhiata ad alcuni dei miei disegni qui : https://www.facebook.com/jacoporicciillustratore https://www.instagram.com/jacoporicciillustratore/ “
[2] “La rimozione – Scritti metapsicologici”, S. Freud (1915) Bollati Boringhieri 2011, p.64
[3] “Ereditare da un bambino. Perché no ?”, Marina Bilotta Membretti (2014) Isbn 978-88-91081-63-6 p.37

Le comete[1] e il profitto dell’imputabilità.
La cometa 'C/2020 F3 Neowise', scoperta dal satellite Wise/ N.A.S.A. il 27 marzo 2020 e visibilissima nei nostri cieli in questi giorni / Screenshot dal video condiviso con l' ‘Osservatorio Adriano Lolli’ 17 luglio 2020 www.youtube.com / Riferim.: 0_5482368.125008.jpg
Chiamate nell’antichità semplicemente ‘stelle con la chioma’ per il loro evidente aspetto, tuttavia solo recentemente gli scienziati hanno ipotizzato che è alle comete che si deve la vita sulla Terra, per la ragionevole possibilità che nel loro passaggio ravvicinato sopra quello che originariamente doveva essere il nostro pianeta, abbiano lasciato cadere acqua e soprattutto molecole organiche, la presenza indispensabile delle quali negli organismi terrestri non risulterebbe altrimenti spiegabile.
Un interesse specifico anima quindi lo studio recente delle comete, per arrivare ad individuare da questi corpi celesti quelle informazioni, finora trascurate, che permettano di collegare dati già raccolti e di colmare anche lacune del passato.
Partita con questo scopo nel 2004 alla volta della ‘67P/ Churyumov-Gerasimenko’, cometa gioviana del nostro sistema solare, la sonda ‘Rosetta’[2] ha viaggiato dieci anni per poter avvicinarsi convenientemente, adottando una traiettoria a spirale e con periodi di sosta ad ibernazione, riuscendo a filmare il formarsi della chioma mentre la cometa passava vicino al Sole e fino a descriverne la forma a ‘sella di cavallo’ e misurarne le dimensioni : nell’agosto 2014 ha quindi lanciato il veicolo d'atterraggio ‘Philae’, attrezzato per raccogliere informazioni e materiali, ad atterrare su ‘Churyumov-Gerasimenko’ ed infine, dopo aver ancora orbitato si è posata accanto al ‘lander’, proseguendo da allora il viaggio insieme al corpo celeste.
A differenza delle comete, che viaggiano imperterrite in direzione opposta al Sole ed impiegano anche migliaia di anni per tornare nei nostri cieli, le nostre buone idee - pur relegate nella memoria profonda ed a cui anche resistiamo con infaticabile pervicacia - sono in realtà semplici da individuare, e disponibili in caso di necessità.
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 29 luglio 2020
[1] Il Prof. Pierluigi Dilizia, giovane docente presso il Dipartimento di ‘Meccanica aerospaziale’ ha potuto partecipare all’atterraggio della sonda, insieme al team di tecnici e scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea E.S.A. che ha curato l’intera missione ‘Rosetta’ : lo scorso maggio ha presentato “A caccia di comete” all’interno di “20e20 2020”, palinsesto organizzato dal Politecnico di Milano www.polimi.it
[2] Dal nome della stele in granito, ritrovata nel 1799 durante una campagna napoleonica sul sito dell'antica città egizia di Rosetta : porta incisa una iscrizione in onore del Faraone in tre differenti grafie (geroglifico, greco, demotico/egiziano) ed il ritrovamento è stato decisivo per arrivare a tradurre il geroglifico.
Aperite portas.

Aperite portas[1].
“Un piacere che non può essere avvertito come tale.”[2]
“…Il sentimento dominante era quello di essere arrivata tardi : quando il più importante era avvenuto. Il tempo meraviglioso era ‘quello di prima’[3]…”
“Dell’incanto, o incantamento si serve tecnicamente la nevrosi - che Freud individuò come rimozione patologica dell’orientamento individuale al principio di piacere - per spostare sempre un po’ più in là, per rimandare nello ‘spazio’ e soprattutto nel ‘tempo’ il lavoro del pensiero, e quindi il giudizio che orienta individualmente…
Nella psicopatologia dell’infanzia, il graduale lavoro di costruzione del pensiero si arresta patologicamente quando nessuna nuova rappresentazione può sostituire la precedente, rappresentativa della pulsione (o ‘legge di moto’ nel pensiero ‘de’ natura – n.d.r.) : la elaborazione del pensiero si impiglia fissandosi nella rappresentazione precedente, che non può essere sostituita perché il dispiacere sarebbe troppo forte.”[4]
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 23 giugno 2020
[1] “Aperite Portas Redemptori” è il titolo che papa Giovanni Paolo II volle dare alla Bolla di Indizione del Giubileo per il 1950° anniversario della Redenzione, 6 gennaio 1983. Qui si intende “Aprite le porte al pensiero”.
[2] S.Freud, ‘Aldilà del principio di piacere’ (1920) Bollati Boringhieri, OSF Vol.9 p.184
[3] Lalla Romano, ‘La penombra che abbiamo attraversato’ (1964) Ed. Einaudi
[4] Marina Bilotta Membretti, ‘Ereditare da un bambino. Perché no ?’ (2014) Gruppo Editoriale L’Espresso Isbn 978-88-91081-63-6, p.10; p.32.

Il primo appuntamento.
Virginia Woolf e Sigmund Freud[1].
Illustrazione di Stefano Frassetto[2] per TutorSalus.net // Rifer.: 0_5469792_125008.jpg
Virginia Woolf ricevuta nel 1939 da Freud che da pochi mesi si era trasferito a Londra con la famiglia, anche a causa della minaccia nazista.
“…Ripetutamente invitato da Virginia e da Leonard Woolf, Sigmund finalmente acconsentì… Vi fu un unico incontro… si sarebbe svolto nella residenza-studio di Freud a Londra, Maresfield Gardens n°20 ed ebbe luogo il 28 gennaio 1939. Virginia, incontrando Freud lo giudicò subito non del tutto compiaciuto come lei invece si sarebbe aspettata, ma sappiamo che Sigmund era molto sofferente a quel tempo.
Con i suoi modi signorili, sebbene affaticato dalla malattia che lo piegava, Sigmund si inchinò a Virginia, presente il marito Leonard, e le porse un narciso che lei accettò a quanto sembra con aria interrogativa ma mostrando di apprezzare, attribuendo forse la scelta del fiore alla fama di stravaganza del personaggio. Ma per Freud, che non faceva mai nulla a caso, l’offerta del narciso era il risultato della sua diagnosi di psicoanalista verso la donna che rifiutava di nutrirsi di lui.
Virginia avviò il dialogo avendo in mente il famoso carteggio di Freud con Einstein, ‘Perché la guerra ?’, rimasto in sospeso. Chiese a Sigmund : ‘Ci siamo spesso sentiti colpevoli… Se avessimo perso la guerra, forse Hitler non ci sarebbe stato…’
Sigmund le rispose, a sorpresa : ‘Oh, sarebbe stato infinitamente peggio invece, se voi non aveste vinto la guerra…’
Virginia che lo aveva accolto con ritrosia, alzò improvvisamente il volto prestandogli attenzione. Racconterà poi di esser rimasta molto colpita da questo incontro, dopo il quale avrebbe per la prima volta iniziato a leggere le opere di Freud…”[3]
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 25 maggio 2020
[1] Nel 2006, in occasione dell’annuale ‘Charleston Festival’ – evento avviato nel 1916 a Londra nell’ambito del ‘Bloomsbury group’ fondato da Virginia Woolf - la giornalista Julia Briggs, biografa di Virginia Woolf, riportò la conversazione avuta con la nipote di Virginia Woolf, Virginia Nicholson a proposito dell’inedito incontro e del dialogo svoltosi al 20 di Maresfield Gardens fra Sigmund Freud e Virginia Woolf, il 28 gennaio 1939. Proprio negli anni del nazismo infatti, Virginia Woolf aveva insistito presso il marito Leonard per far tradurre e pubblicare da ‘Hogarth Press’, la casa editrice inglese di loro proprietà ‘L’interpretazione dei sogni’ e ‘Psicopatologia della vita quotidiana’, opere di Freud fino ad allora sconosciute fuori dall’Austria : nonostante questo, Virginia Woolf continuò a non leggere Freud, limitandosi a qualche assaggio.
[2] Stefano Frassetto è nato a Torino nel 1968. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Torino, ha iniziato come vignettista e disegnatore per alcuni giornali locali. A metà anni novanta ha cominciato a pubblicare anche in Francia, prima col mensile ‘Le Réverbère’ e in seguito col quotidiano ‘Libération’ : passato a sviluppare l’attività di fumettista col personaggio di Ippo per ‘Il Giornalino’ e poi la striscia ‘35MQ’ per il quotidiano svizzero ‘20 Minuti’, con l’anno 2000 fa il suo esordio su ‘La Stampa’ come ritrattista per le pagine culturali e per l’inserto ‘Tuttolibri’, poi per il settimanale culturale ‘Origami’. Oggi è anche ritrattista e illustratore presso il quotidiano svizzero ‘Le Temps’.
[3] “Ereditare da un bambino. Perché no ?”, Marina Bilotta Membretti 2014 Gruppo Editoriale ‘L’Espresso’ Isbn 978-88-91081-63-6, pag.19

“Take a distance, dear!”
…E’ che il principio di piacere nasce con la realtà, ecco tutto.
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 10 maggio 2020
Illustrazione di Jacopo Ricci[1]
Rifer.:0_5466498_125008.jpg
[1] “Illustratore indipendente di Valenza, è nato a Milano negli incredibili anni ‘80 (1988 per la precisione). Disegna da sempre ma si innamora perdutamente di matite e pennelli solo dopo aver finito le scuole superiori. Collabora con riviste online e realizza i più svariati lavori su commissione. Nel 2018 illustra ‘Dottor Tremarella’ (libro autoprodotto) e ‘Guarda Oltre’ (sempre autoprodotto). Nel 2019 si avvicina alla serigrafia, tecnica ancora da affinare ma che gli permette di realizzare i lavori autonomamente, dall’idea fino alla stampa. Potete dare un’occhiata ad alcuni dei suoi disegni qui: https://www.facebook.com/jacoporicciillustratore https://www.instagram.com/jacoporicciillustratore/ “