Pensare da partner

'Il bacio' di Picasso1.
Outismo2, oppure...?
'Il bacio' accoglie il visitatore con una veemenza calcolata, aggressione programmata ad effetto in cui deve prevalere il vitreo del bianco e l'animalesco degli occhi spalancati, il rilievo palpabile quasi dei confini netti, il gesto concitato e irrefrenabile, i colori stridenti : un effetto ipnotico che ha incantato, fino ad oggi, mezzo secolo di estimatori in tutto il mondo.
Nel 19693 quindi, la passione per Picasso era già una questione di traguardo e di supremazia, una corrida fra due tori e nessun umano, la visione allucinata di un bambino traumatizzato che urla e tiene a distanza. E' un quadro infatti che non avvicina e chi lo fa, arretra quasi subito scusandosi : "Da lontano si comprende meglio..."
Picasso qui aveva già 88 anni, essendo nato a Malaga, in Spagna, nel 1881 : morirà a Mougins, in Francia, pochi anni dopo, l'8 aprile 1973.
Quanto tempo, e quanto pensiero separano questo quadro da 'Maternità' del 1905 ? Là era un autore commosso ma non incantato, partecipe anche se non protagonista e ritraeva la moglie con semplicità mentre lei allatta il loro primogenito : non è divina, nè divinizzata, nè divinizzato è il bambino. E' una donna in posa sì, ma senza enfasi, un piccolo anello all'anulare ed un fiore rosso fra i capelli scuri, i colori pacati e quotidiani. Fu il terrore della normalità ?
Brevissimo quel triennio 1905-1907 che Picasso apostrofò 'periodo rosa', in cui l'uomo allontanava il genio che il pubblico invece reclamava. "Quando un uomo guarda dormire una donna, cerca di capire..."
Un periodo, quello fra il 1905 ed il 1907, il più breve del suo lunghissimo lavoro che virò presto verso il Cubismo promosso da Georges Braque, che Picasso userà per esasperare a oltranza la sua impazienza per la vita. 'Maternità' non compare in questa Mostra, sebbene intitolata 'Metamorfosi' quali effettivamente si susseguirono una dietro l'altra nella produzione di un uomo ebbro di successo, e disperato all'idea di allontanarsene.
Fra 'Maternità' e 'Il bacio' c'è 'Minotauromachia' del 1935, presente invece alla Mostra di Palazzo Reale : si tratta di una incisione calcografica all'acquaforte con poco bianco e molto nero, affollata di figure ed affannata, che quasi se ne avverte il respiro rauco e lo sfuggire della vita, e la bambina che porge un mazzo di fiori non è speranza sufficiente. Come mai tanto buio ?
Picasso già godeva i frutti abbondanti di un successo planetario. "Quando amo una donna, lacrima tutto specialmente la mia anima..."
Capace di una effettiva rivoluzione che gli permise, grazie anche alla scelta di un linguaggio nuovo, di de-strutturare la realtà Picasso riuscì però a proporne una 'sua' ricostruzione integrale che non rispettava le tradizioni ed esponeva l'umano come 'normale' contraddizione lacerante e vitale, non temendo di farsi leggere dal pubblico che lo acclamava con le sue esasperazioni, i suoi eccessi, le sue inibizioni, i suoi molti abbandoni. Sempre più coinvolto nel vortice che non avrebbe mai immaginato, emigrando giovanissimo dalla provinciale La Coruna, in Spagna per approdare a Parigi. "Occorre passare attraverso ciò che le persone vedono, la realtà. Strappare. Demolire le strutture..."
"... Le donne restano all'opposizione, in antitesi e persino nella maturità di Picasso, quando ormai lui è un artista affermato, è strano ma non c'è la donna-alleata... La donna resta guardata in tralice, con diffidenza, la donna in caduta... Forse era una difesa la sua, ma con quale sacrificio, con quale rinuncia ?"4
Le donne di Picasso cominciano con Maria Picasso y Lopez, la madre genovese da cui decide di prendere il cognome Picasso.
"Come ogni artista, sono anzitutto un pittore della donna... ma per me la donna è essenzialmente una macchina per soffrire..."
E poi la sorella bambina, al cui capezzale lui stesso bambino fa un voto da cui resta terrorizzato quando la sorella muore, ed il destino per lui cala come una ragnatela inesorabile, inestricabile : lui sarà minotauro per sempre.
"E' strano..." - confessa Picasso in una delle frasi trascritte che si possono leggere lungo il percorso della Mostra di Milano. "A Parigi non disegno mai fauni, centauri o eroi mitologici... E' come se essi vivessero solo qui in Spagna...!" A Parigi Picasso arrivò poco più che ventenne con pochissimi soldi e la responsabilità gravosa dei sogni della famiglia di origine, e di quella provincia spagnola che si lasciava alle spalle dove tutti si aspettavano qualcosa da lui e qualcosa di grande, veramente grande.
"Se tutte le tappe della mia vita potessero esser rappresentate come punti su una mappa e uniti con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro..."
Risale alla cultura Cicladica5 la sua commovente giustificazione per la passione amorosa che lo sostenne continuamente ed in cui altrettanto si rifugiava.
"Io prendo un vaso e di questo faccio una donna. Utilizzando la vecchia metafora, lo sfrutto in direzione opposta e le dò una nuova ragione di vita". L'uomo si riconosce salvatore della donna ma con uno sforzo che improvvisamente può trasformarlo in mostro, e giustificando la sua collera. "Il peggior nemico di un pittore è lo stile".
Cavaliere improbabile ed alato di una utopica Giustizia in 'La guerre et la paix' del 1952, Picasso si calava invece con gusto punitivo in quella maschera del mostro che lo teneva in gabbia. "Nella corrida mi identifico col toro..."
Ed il pensiero va subito all'ignoto 'toreador' della sua vita, da cui fino all'ultimo tentò di salvarsi : uomo, o donna mascherata da uomo ?
Ma via via, con crescente indifferenza e quasi eroico compiacimento la maschera del Minotauro sostituiva l'uomo che un Destino immobile ed eterno aveva raggiunto, per tentare di lavarne le colpe.
Le donne Cicladiche, lente ed enormi sono le compagne immaginarie del Minotauro, anch'esse servono il Destino, àncora cui aggrapparsi di fronte agli abbandoni inaspettati e dolorosi di un'anzianità odiata e trasgredita.
"Non c'è passato nè futuro in arte" – diceva Picasso. "Se un'opera d'arte non può vivere nel presente, non se ne deve assolutamente tener conto... "
Marina Bilotta Membretti, 2 maggio 2019
1'Metamorfosi', la Mostra su Pablo Picasso curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei civici di Avignone si è tenuta al Palazzo Reale di Milano dal 18 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019, e si inseriva nella rassegna triennale europea 'Picasso – Mediterranèe' promossa dal 'Musèe Picasso' di Parigi che ha anche prestato la quasi totalità delle opere presentate a Milano.
2'Outing' indica la confessione pubblica di un fatto o di un'esperienza personale, ma ormai si riferisce specificamente a dichiarare una omosessualità non risolta, a rischio pertanto di passare a 'ismo', ed in senso anche aggressivo.
3'Il bacio' di Picasso è del 1969.
4La domanda è scaturita durante la visita della Mostra : Federica Membretti è laureata in Economia e lavora come 'Data scientist'.
5VI-V secolo a.C. / A questa pittura viene accostata anche 'Donna seduta' del 1920, successiva all'exploit del Cubismo, che rappresenta la futura moglie di Picasso, Olga Khochlova.

Orienta-Menti ??
Ovvero, cosa non fa uno psicoanalista.
La cometa 46P/Wirtanen fotografata l'11 dicembre scorso. E' prevista la massima luminosità oggi, domenica 16 dicembre 2018 / (Foto di Paolo Candy, direttore dell'Osservatorio dei Monti Cimini).
Ascoltavo recentemente l'accorato racconto di una psicoterapeuta, a cui si era rivolta una giovane donna, neo-mamma da otto mesi di un bambino forte ed in crescita. La giovane mamma, stremata dalle richieste incessanti e pervicaci del prepotente e paffuto pargolo, aveva chiesto ed ottenuto appuntamento in Studio cercando forse nella professionista un 'orienta-mente'. E...
"La sventurata rispose."1
Nessuno psicoanalista, infatti si permetterebbe di sostituirsi al Paziente, la cui personale capacità di 'orienta-mente' è indispensabile al lavoro di cura in vista della guarigione.
D'altra parte, la giovane mamma non desiderava affatto essere sostituita da un'altra donna... Semmai sostenuta nella sua effettiva capacità di rispondere al figlio, dotato quanto lei di una voce e di un'intenzione potente. La timida mamma, infatti, aveva già avuto modo di sperimentare non solo la capacità del coniuge e neo-papà di cullare il bambino godendosi insieme la partita di calcio, ma senz'altro anche il poderoso appetito del neonato, probabilmente insoddisfatto dall'insufficiente latte materno.
Non potendo intervenire, dato che la professionista aveva già valutato il proprio merito superiore nel riuscire a calmare il pianto in Studio dell'infante, avrei chiesto alla insicura mamma come mai aveva pensato di rivolgersi alla psicoterapeuta anzichè alla pediatra.
Pare che l'anoressia da queste storie tragga spunto.
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 16 dicembre 2018
1A.Manzoni, "I promessi sposi", Cap. X La citazione si riferisce al destino infausto della famosa Madre Badessa, brevemente nota come "La Monaca di Monza" che si lasciò sedurre dalle lusinghe amorose, mettendo a rischio il Monastero stesso.

Perchè 'amor' precede 'ius'.
Ovvero, quando i Colti si addentrano nella nube dell'Olimpo, 'io' inizia.
Pieter Bruegel il Vecchio, 1563 - 'Torre di Babele' (illustrazione scelta per la copertina del Programma Simposio 2018-2019 "Quid amor ?" organizzato da 'Società Amici del Pensiero').
Intervento presentato in Aula alla Sessione di lavoro 15 dicembre 2018.
"Solo come sono sempre stato", è una frase pronunciata da Jacques Lacan1 che segnala una sorta di 'mistica'.
Ed una via rischiosa, quando chi la segue ha anche responsabilità sociali, come mi è capitato di ascoltare recentemente : ci si ritrova stremati quando dall' 'amore' si ritira l' 'ambizione'.
Immaginate, infatti, di offrire a chi soffre di psicopatologie, anche ossessive come possono essere gli ospiti di una Onlus : "Consolati! Che tanto non puoi ambire ad altro...!"
Quindi riprendo il testo proposto per oggi2, e specificamente la frase contenuta nel Paragrafo III 'Amor come il diritto positivo nell'appuntamento': "...Quanto a noi, anzichè gettare alle ortiche l'opacissima parola 'amore' – come un monolite verbale caduto sulla terra dal cielo, o salito dall'inferno – in un ultimo criterio di economia linguistica la possiamo salvare, riconoscendone l'ambizione, per designare il diritto positivo riuscito nell'appuntamento in quanto partnership posta per il profitto."
Nel proporre i due interrogativi "Quid amor ? Quid ius ?" Giacomo Contri segnala un pensiero reduce dal trauma dell'inganno, che ha distanziato patologicamente il moto del corpo dal giudizio, col rischio di deviarne patologicamente anche la sanzione.
Il pensiero inizia economicamente orientato : sanzione ad un trattamento ricevuto al moto del proprio corpo, di cui già un neonato è capace3. "Prendo, avvicino a me", oppure "allontano, non gradisco".
La sanzione primaria è quindi premiale, perchè quella penale non può che essere secondaria : ma può essere deviata segnalando rimozione del principio di orientamento, principio di piacere. Già un neonato è capace di deviare patologicamente la sua sanzione : si tratta di osservarlo, la competenza ne giudica.
La distanza di "Quid amor?" da "Quid ius?" segnala dunque una rimozione, che trova nel suo inizio, economicamente orientato, la possibilità stessa di correzione e di cura.
La novità è quindi nel riconoscere e mantenere 'ambizione' nell' 'amore', da cui la 'mistica' invece lo sterilizzerebbe.
Nel presentare il mio commento alla "Madonna dell'alleanza" su www.tutorsalus.net ho segnalato il 'coniugio' in quanto giudizio di 'appuntamento riuscito', anche da parte del bambino appena nato e già nel pensiero del medievale Giotto, a cui con certezza questa opera del 1290 è stata recentemente attribuita.
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 22 dicembre 2018
1"Jacques Lacan. Profilo di una vita, storia di un sistema di pensiero", E.Roudinesco 1995 Edit. 'Raffaello Cortina'.
2Il testo proposto per la Sessione di lavoro 15 dicembre è l' 'Intervento' dal titolo "Quid amor? Quid ius?" di Giacomo B.Contri al 'Colloquio di Patti' (ME) del 16 novembre u.s.
3"Ereditare da un bambino. Perchè no?", Marina Bilotta Membretti 2014 Isbn 978-88-91081-63-6

'Madonna dell'alleanza', un inedito Giotto.
Un inedito Giotto mi si è presentato il pomeriggio di domenica 4 novembre, mentre ero in viaggio intorno a Firenze : una giovane bibliotecaria di Vespignano, paese natale di Giotto, ci aveva segnalato l'opera, ampio frammento di una 'Maestà' del 1290 presso la Pieve cittadina di Borgo San Lorenzo, a circa 30 chilometri da Firenze.
La chiesa bellissima, antica, semplice : entrando, dopo pochi passi questo pannello è bene in vista, sobriamente incorniciato sulla colonna destra, prima dell'abside. Lo sguardo di Maria è rivolto al visitatore, ma con una serietà inconsueta, richiamante, ed un messaggio per nulla intimorito degli anni che ci separano : dopo un lungo prezioso restauro, recentemente è stata attribuita senza incertezze a Giotto1, allora poco più che ventenne.
Maria si lascia prendere l'indice dal bambino che con l'altra mano le accarezza il viso, ma lo sguardo di lei è rivolto allo spettatore e difende il coniugio – quel nesso individuale che il pensiero di un bambino imputa senza incertezze all'amore, in quanto amore coniugale. Anzi, da quella prima imputazione resterà per ognuno riferimento imprenscidibile, benchè corruttibile, di ogni sua successiva meta e traguardo : da non deridere, quindi nè banalizzare(2).
Si tratta dunque, anche formalmente di un'alleanza e che, proprio inizialmente non guarda tanto alla differenza di sesso quanto alla differenza di posizione dei 'sessi' : vale insomma anche per la figlia bambina verso la donna, è desiderio soddisfatto e ripetibile della figlia neonata verso la madre, in quanto 'altra' desiderata rispetto al proprio corpo.
Molto diversa dalle figure femminili a cui Giotto ci aveva abituato – per esempio a Padova nella 'Cappella degli Scrovegni', tratteggiando doviziosamente il moto anche drammatico e le belle fattezze di Maria, Anna, Elisabetta – questa 'Madonna' invece ha tratti severi e sguardo virile, penetrante : lontanissima dalle ieratiche icone bizantine, ma anche dalle emergenti gentildonne cittadine...
Quale può essere stato allora, qui, il pensiero di Giotto che mostra di conoscere bene il desiderio di un bambino, e la minaccia sociale del suo oltraggio?
Passa attraverso la donna questa minaccia, sembra rispondere la competenza sapiente di Giotto, e la generazione di un figlio si fa perciò anello cruciale fra il nesso individuale segnalato dal bambino e la capacità di elaborazione dell'adulto, che è già anche adulto nella società.
In questa 'Maestà' non può che essere Maria, eppure Giotto ammette qui che la soluzione di una tale donna fra i suoi contemporanei era ancora impensabile : una donna, infatti, capace di non ammettere quella 'mancanza' femminile che la Cultura stessa soffiava contro di lui.
Temeva di essere frainteso, Giotto esponendo il suo pensiero ed il suo sgomento ? Non erano i tempi, si disse forse Giotto e scelse di difendere sapientemente Maria : ma con lei, seppe difendere la sua stessa opera.
L'ho chiamata quindi 'Madonna dell'alleanza', forse ripensando ad un'altra 'madonna' che avevo osservato a lungo a Firenze, al 'Museo degli Uffizi', ed era la 'Madonna col Bambino e angeli', del 1465 di Filippo Lippi : deliziosa sì, ma ingenua nell'esporsi alla insolente derisione altrui.
Marina Bilotta, 4 novembre 2018
1Giotto di Bondone, più semplicemente Giotto forse diminutivo di un nome originale più lungo, nacque a Vespignano, vicino Firenze, nel 1267 circa e morì a Firenze nel 1337. Di lui scrisse il pittore Cennino Cennini (1370-1427) autore del 'Libro dell'Arte' : "Rimutò l'arte di greco in latino e tradusse al moderno" riferendosi al superamento indiscutibile di Giotto degli schemi bizantini ed alla sua introduzione di spazio, volume e colore, valori fondanti del successivo 'Umanesimo'.
(2) In "Ereditare da un bambino. Perchè no ?", Marina Bilotta Membretti 2014 Isbn 978-88-91081-63-6

'Madonna col Bambino e angeli', di Filippo Lippi (1465), detta 'La lippina'.
Madonna deliziosa ma ingenua nel pensiero del rinascimentale Filippo Lippi1, che mette in primo piano l'insolenza beffarda degli angeli monelli, lasciando sullo sfondo lo sguardo sognante e malinconico di Maria lontana da Gesù.
E' esposta a Firenze, al 'Museo degli Uffizi'.
Marina Bilotta, 3 novembre 2018
1Filippo Lippi (Firenze 1406-Spoleto 1469) fu pittore apprezzato della generazione successiva a Masaccio.