Efficacia.

Illustrazione originale di Gianni Russomando.[1]

 

 

“Abbiamo da un lato prove che anche un lavoro intellettuale sottile e difficile, che normalmente richiede una rigorosa meditazione, può essere effettuato in modo preconscio senza pervenire alla coscienza. Non vi sono dubbi su casi di questo genere : essi si verificano ad esempio nel sonno. Un individuo, subito dopo il risveglio, può trovarsi in possesso della soluzione di un difficile problema matematico o di altra natura, al quale durante il giorno si era applicato invano.”[2]

“Che cosa rende alcune operazioni cognitive più difficili e faticose di altre ? Quali risultati dobbiamo acquistare con la moneta dell’attenzione ? …Oggi abbiamo risposte provvisorie a tali interrogativi.”[3]

 

 

Freud intuì che qualunque ‘percezione’ - non solo fisica in senso stretto - è il risultato di un ‘giudicato’[4] individuale che non abbisogna della coscienza per andare a meta : anzi, la presenza della coscienza può impedire al pensiero di cogliere quelle percezioni esperienziali che sono indispensabili alla sintesi intellettuale.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 15 febbraio 2023

 

 

[1] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

[2] ‘L’Io e l’Es’, S. Freud (1922) in ‘OSF – Vol.IX’, Bollati Boringhieri 2020 p.489

[3] ‘Pensieri lenti e veloci’, D. Kahneman (2011) – Mondadori Libri SpA 2022, p.46

[4] “E’ il concetto di legge del moto del corpo chiamato ‘pulsione’, in cui la fonte della soddisfazione è un Altro (esterno-ndr). La memoria è una delle specie del pensiero.”, ‘Il pensiero di natura. Dalla psicoanalisi al pensiero giuridico’, Giacomo B. Contri – SIC Edizioni 1998, p.85 Nota 7.