Separare e unire.

Nella foto : presentazione nella Sala introduttiva. ITER - che nella lingua Latina si traduce con ‘cammino, viaggio’ - si trova a Saint-Paul-lez-Durance / Cadarache, Francia : è ad oggi la sola macchina al mondo la cui taglia ed attrezzature (la realizzazione attuale ha raggiunto l’85% delle opere civili, nel 2020 sono iniziate le fasi di assemblaggio) permettono di esplorare i territori finora sconosciuti della fusione nucleare che replica la reazione sul Sole e consente la produzione di energia non da fossili, con presenza minima di scorie radioattive. Attraverso la macchina di fusione ‘Tokamak’ un plasma d’idrogeno è portato alla temperatura di 150 milioni di gradi C a cui possono avvenire le reazioni di fusione. Attori di ITER sono : Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia, Stati Uniti : sul sito sono attive più di 500 aziende manifatturiere appartenenti ai diversi Paesi. Direttore generale di ITER è dal 2022 l’ingegnere italiano Pietro Barabaschi/ www.iter.org  

 

 

Probabilmente conviveranno a lungo le due modalità alternative di trattare il nucleo dell’atomo a fini produttivi : l’una modalità attraverso una apparentemente conveniente separazione del nucleo cui fa da contrappeso l’attivazione di sistemi di sicurezza complessi e costosissimi; l’altra modalità attraverso un innesco della fusione laborioso, ma con la possibilità di sistemi di sicurezza affidabili, molto più rapidi ed economici. Il traguardo dichiarato di entrambe le modalità che già preparano questa convivenza è quello di accelerare le conoscenze e quindi la competenza sui materiali, che finora non ha proceduto molto alacremente.

L’occasione quindi di una missione conoscitiva organizzata da Cise2007[1] del più grande cantiere al mondo per la realizzazione di un reattore a fusione nucleare di ultimissima generazione, ha permesso l’incontro informale e formativo di ingegneri in qualità di allievi – da una parte - venuti su secondo la teoria dell’efficacia produttiva della separazione, con giovani tecnici ingegneri nella veste di docenti – dall’altra parte - in quanto attualmente applicati alla ricerca di produzione energetica derivante dalla unione, meglio : fusione, di nuclei di idrogeno.

L’incontro ha segnalato anzitutto una sensibilità all’ascolto da parte del docente italiano - tecnico ingegnere classe 1991 - che ha saputo cogliere il clima prudente di una generazione di tecnici italiani cresciuti dapprima nella coltivazione universitaria della produzione di energia da fonte nucleare, e successivamente aggiornati sulla sua dismissione in favore delle energie tradizionali già finanziate negli anni precedenti[2].

Proprio la ricerca applicata recente ha potuto sciogliere alcuni nodi in favore di un avanzamento nella realizzabilità di un reattore a fusione nucleare che risultasse molto meno invasivo del reattore tradizionale a fissione, cioè attraverso una separazione dei nuclei.

Ma la giovane docenza di ITER ha sottolineato anche le notevoli capacità di un lavoro a distanza che procede ormai da decenni e che riguarda tecnici provenienti da una molteplicità di Paesi, non sempre politicamente affini, tuttavia chiamati ad un accordo stabile a scopi scientifici, e ad una alleanza di fatto. La laboriosità di un afflato interpersonale che permettesse di collaborare pur senza la tradizionale frequentazione nella quale si era cresciuti di aule e laboratori, è stata fortemente messa alla prova ma soprattutto affinata per poter rendere sufficiente il vedere e l’ascoltare il collega soltanto attraverso un monitor che, ci sembrava, avrebbe potuto solo affaticare la comunicazione… L’esperienza di ITER ha superato precedenti credenze e proprio attraversando eventi inaspettati quali la pandemia da Covid19, e purtroppo anche terribili guerre improvvise che hanno sottoposto a faticosa ‘passivazione’[3] il lavoro, quando esso indissolubilmente si sostanzia con un’applicazione individuale e sociale insieme.

Un’esperienza che resta ottima testimonianza per quanti preferiscono invece resistere strenuamente alla opportunità di una ‘didattica a distanza’.

 

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 12 giugno 2023

 

 

[1] ‘Centro italiano per la Sostenibilità e l’Energia’, in forma abbreviata CISE2007.

[2] ‘Gli anni dell’atomo. Storia dell’industria elettronucleare in Italia’, di Flavio Parozzi (2021), ed. ‘Biblion’.

[3] La ‘passivazione’ è un fenomeno di natura elettrochimica che rallenta od impedisce la reazione di corrosione di materiali metallici a cui questi sono esposti.