Un mondo migliore.

“Qual è la strada giusta per approdare ad un mondo migliore ?”[1]

 

 

Ho potuto ascoltare Uwe Timm[2] che non conoscevo, durante la sua presentazione al ‘Book Pride 2019’ lo scorso 16 marzo, a Milano : la sua capacità di arrivare all’individuo, in una sala affollatissima e senza conoscere una sola parola di italiano mi è sembrata notevole.

Niente di scontato nelle sue risposte agli interlocutori – soprattutto giovani, ed estimatori chiaramente sinceri del suo lavoro – né alcun cenno di stanchezza che pure poteva sembrare ragionevole in quell’afoso pomeriggio di sabato.

C’è stato un inizio, ha spiegato Uwe Timm che della Guerra ricorda poco direttamente, essendo nato nel 1940 : ma attraverso il suocero, che ha iniziato come socialista per poi diventare scienziato esperto di eugenetica ed eutanasia, Uwe Timm ha cominciato a chiedersi cosa succede nella mente di un uomo che inizia con ideali di solidarietà fraterna per poi volgersi a collaborare per una società che non esiste, con uomini e donne da selezionare secondo criteri codificati, impegnandosi a combattere fino alla eliminazione fisica di chiunque non corrisponda alla codifica stabilita…

Lui ha cominciato ad aver voglia di indagare come abbia potuto succedere in quegli anni terribili che così in tanti siano andati dietro alla musica e solo pochissimi si siano opposti.

Nel 1945, ha ricordato lucidamente lo scrittore tedesco che all’epoca aveva pochi anni, in Germania c’era stato un moto di disgusto verso tutto quello che era successo appena prima, venivano proiettati film sui campi di concentramento : moltissimi e dovunque, commentavano che non avrebbero mai immaginato niente di simile, quando i vicini di casa ebrei venivano portati via.

E dopo quell’iniziale moto di disgusto c’era stata la ricostruzione, qualcosa di catartico che insieme alle macerie si portava via la memoria scomoda.

E dopo la ricostruzione, alacre vigorosa c’era stata la cancellazione di tutto quello che era avvenuto nella guerra : dalla ‘imputabilità’ alla ‘elusione’ lo scivolamento è facile, si chiama ‘perversione’.

Di quei mesi frenetici che seguirono l’occupazione della Germania da parte degli Stati Uniti, Uwe Timm ricorda con la memoria netta di un bambino di cinque anni, che improvvisamente vi fu un brusco cambiamento, i soldati americani avevano persino un odore diverso dai soldati tedeschi e per strada, nei negozi, negli uffici tutti, tutti dicevano di aver dovuto subìre il nazismo, di esser stati costretti ad obbedire ‘contro’ la propria volontà. Nessuno ammetteva anche solo di aver collaborato per ottenere ‘qualcosina’, più o meno consistente, che integrasse i magri bilanci di allora.

Ancora oggi, segnala un lucido pacato Uwe Timm, elegante plurisettantenne dalla raffinata pronuncia alemanna, c’è un vittimismo generalizzato in Germania che fa pensare : ma allora nessuno è stato mai nazista ?

E’ interessante che il titolo originale del romanzo, sorto da una intuizione auto-biografica di Timm, fosse “Ikarien”, ‘Icariani’ cioè discepoli di ‘Icaria’, la teoria comunitaria utopica del fondatore francese Etienne Cabet da cui provengono i due protagonisti del romanzo, Wagner e Ploetz  : ed ‘Icaria’ era anche la ‘comune’ stessa, la comunità poi costituitasi nello Iowa (U.S.A.) con alterne vicissitudini. La traduzione scelta con accortezza da Matteo Galli per l’edizione italiana di ‘Sellerio’ è adeguatissima : “Un mondo migliore” e riporta al duplice ed opposto significato di ‘utopia’ astratta ed odiante, e di ‘speranza’ costruttiva e pacifica.

Il lemma ‘imputabilità’ infatti raccoglie amici, o nemici : nessuna neutralità.

 

                                                           Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 30 agosto 2019

 

[1] ”Un mondo migliore”, Uwe Timm – 2019 ‘Sellerio editore’ Palermo, p.225

[2] Uwe Timm è nato ad Amburgo nel 1940 : come scrittore ha già ricevuto numerosi premi e riconoscimenti quali, recentemente il ‘premio Napoli’ ed il ‘premio Mondello’; è anche autore racconti brevi e di libri per bambini e collabora a trasmissioni radiofoniche.