Il primo appuntamento : Virginia Woolf e Sigmund Freud[1].

Virginia Woolf ricevuta nel 1939 da Freud che da pochi mesi si era trasferito a Londra con la famiglia, anche a causa della minaccia nazista.

Illustrazione  originale di Stefano Frassetto[2] 

 

 

“…Ripetutamente invitato da Virginia e da Leonard Woolf, Sigmund finalmente acconsentì… Vi fu un unico incontro… si sarebbe svolto nella residenza-studio di Freud a Londra, Maresfield Gardens n°20 ed ebbe luogo il 28 gennaio 1939. Virginia, incontrando Freud lo giudicò subito non del tutto compiaciuto come lei invece si sarebbe aspettata, ma sappiamo che Sigmund era molto sofferente a quel tempo.

Con i suoi modi signorili, sebbene affaticato dalla malattia che lo piegava, Sigmund si inchinò a Virginia, presente il marito Leonard, e le porse un narciso che lei accettò a quanto sembra con aria interrogativa ma mostrando di apprezzare, attribuendo forse la scelta del fiore alla fama di stravaganza del personaggio. Ma per Freud, che non faceva mai nulla a caso, l’offerta del narciso era il risultato della sua diagnosi di psicoanalista verso la donna che rifiutava di nutrirsi di lui.

Virginia avviò il dialogo avendo in mente il famoso carteggio di Freud con Einstein, ‘Perché la guerra ?’, rimasto in sospeso. Chiese a Sigmund : ‘Ci siamo spesso sentiti colpevoli… Se avessimo perso la guerra, forse Hitler non ci sarebbe stato…’

Sigmund le rispose, a sorpresa : ‘Oh, sarebbe stato infinitamente peggio invece, se voi non aveste vinto la guerra…’

Virginia che lo aveva accolto con ritrosia, alzò improvvisamente il volto prestandogli attenzione. Racconterà poi di esser rimasta molto colpita da questo incontro, dopo il quale avrebbe per la prima volta iniziato a leggere le opere di Freud…”[3]

 

                                                 Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 25 maggio 2020

 

 

 

[1] Nel 2006, in occasione dell’annuale ‘Charleston Festival’ – evento avviato nel 1916 a Londra nell’ambito del ‘Bloomsbury group’ fondato da Virginia Woolf - la giornalista Julia Briggs, biografa di Virginia Woolf, riportò la conversazione avuta con la nipote di Virginia Woolf, Virginia Nicholson a proposito dell’inedito incontro e del dialogo svoltosi al 20 di Maresfield Gardens fra Sigmund Freud e Virginia Woolf, il 28 gennaio 1939. Proprio negli anni del nazismo infatti, Virginia Woolf aveva insistito presso il marito Leonard per far tradurre e pubblicare da ‘Hogarth Press’, la casa editrice inglese di loro proprietà ‘L’interpretazione dei sogni’ e ‘Psicopatologia della vita quotidiana’, opere di Freud fino ad allora sconosciute fuori dall’Austria : nonostante questo, Virginia Woolf continuò a non leggere Freud, limitandosi a qualche assaggio.   

[2] Stefano Frassetto è nato a Torino nel 1968. Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Torino, ha iniziato come vignettista e disegnatore per alcuni giornali locali. A metà anni novanta ha cominciato a pubblicare anche in Francia, prima col mensile ‘Le Réverbère’ e in seguito col quotidiano ‘Libération’ : passato a sviluppare l’attività di fumettista col personaggio di Ippo per ‘Il Giornalino’ e poi la striscia ‘35MQ’ per il quotidiano svizzero ‘20 Minuti’, con l’anno 2000 fa il suo esordio su ‘La Stampa’ come ritrattista per le pagine culturali e per l’inserto ‘Tuttolibri’, poi per il settimanale culturale ‘Origami’. Oggi è anche ritrattista e illustratore presso il quotidiano svizzero ‘Le Temps’.

[3] “Ereditare da un bambino. Perché no ?”, Marina Bilotta Membretti 2014 Gruppo Editoriale ‘L’Espresso’ Isbn 978-88-91081-63-6, pag.19