Da sottinsù.

Il testo che segue era stato preparato per intervenire al ‘Seminario Letture Freudiane’ organizzato da ‘Società Amici del Pensiero’ a Urbino - Università ‘Carlo Bo’ / Dipartimento ‘Economia, Società, Politica’, sessione di lavoro 30 marzo 2019 : per mancanza di tempo, in aula fu da me pronunciato nella sua sintesi. Nella foto : Urbino, Palazzo Ducale. Rifer.: 0_5506649_125008.jpg

 

“ …Vorrei brevemente intervenire con un mio contributo al tema di questa mattina, ‘Panico’ e specificamente vorrei riferirmi al lemma ‘lavoro’, così come Giacomo B. Contri l’ha introdotto ne ‘Il pensiero di natura’[1] (e come - devo ammettere - non ne sento parlare) perfezionando Freud che esplicitò la ‘pulsione’, individuando : ‘spinta’ – ‘meta’ – ‘oggetto’ – ‘fonte’[2], ma lasciando implicito il ‘lavoro’ nel lemma ‘oggetto’.

Chiamo in aiuto il buon Lacan, lavoratore assiduo, analitico e capace di risvoltare il pensiero freudiano come nessuno degli allievi ed eredi ufficiali di Freud seppe fare : Lacan mise di fronte alla caduta rovinosa del principio di piacere quando questo incontra la realtà, gettando nello scompiglio la psicoanalisi stessa.

Introducendo ‘lavoro’ dal dispiegamento del freudiano ‘oggetto’, Giacomo B. Contri ha dimostrato invece una vitalità del pensiero e quindi dell’in-conscio – scoperta rivoluzionaria ed insuperata di Freud - assolutamente plausibile e ragionevole per chi si addentra nei testi freudiani.[3]

Jacques Lacan, seducente indagatore del pensiero, aveva però concluso frettolosamente sostituendo ‘jouissance’[4] a ciò che - segnalato copiosamente da Freud che pure non arrivò a nominarlo - poteva acquietare la ‘pulsione’ : Giacomo B. Contri l’ha chiamato ‘profitto’, e ‘progresso’, ed è questo che ci interessa come risultato di un proprio, insostituibile e non generalizzabile ‘lavoro’ sul lavoro di altri.

La ‘spinta’ individuata da Freud, che Giacomo B. Contri ha perfezionato in ‘ec-citamento’, non può essere generalizzata, pena la sua ‘banalizzazione’ ed inutilità ai fini di una cura : ciò che purtroppo ha esposto Lacan alla ‘ad-rogantia’ di una presunta incurabilità delle psicopatologie, a cominciare da quelle del bambino[5].

Non esiste ‘panico primario’, insomma, il panico è giuridico : ecco la tesi ragionevole che mi ha permesso di commentare, nel saggio ‘Ereditare da un bambino. Perché no?’ (2014) il successo, inspiegabile per Freud - ma che Freud stesso descrisse ne ‘Il Caso del piccolo Hans’ - constatando la competenza di un bambino di meno di cinque anni nel curare la propria zoofobìa.

Che il panico sia - e correttamente - ‘giuridico’ apre ad opportunità di cura nelle psicopatologie anche del neonato.

Tuttavia, accetterebbero oggi le ‘terapie dirette’ una ‘messa alla prova’ della loro competenza ?...”

 

                                                    Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 16 gennaio 2021

 

[1] “ …Ho appena esplicitato che la natura dell’azione designata dalla massima: ‘Agisci…’ è di essere un lavoro : lavoro di un soggetto  che dispone le ‘cose’ dette anche ‘enti’ …in modo tale che così facendo chiama invoca propizia o con una parola più esplicitamente economica domanda l’offerta del lavoro di un altro soggetto, con implicazione dell’universo, affinchè questi disponga il proprio lavoro in ordine alla soddisfazione – o perfezione, o successo - del soggetto iniziale  e iniziante, nonchè della propria. Si tratta del progresso e profitto ottenuto con la statuizione normativa di una divisione del lavoro tra due distinti posti non omologhi” Citaz.da : ‘Il pensiero di natura’, Giacomo B. Contri SIC Edizioni (1998, 2°edizione) SIC Edizioni – pp. 19-20

[2] La formula della legge di natura : “Allattandomi mia madre mi ha ec-citato a venire soddisfatto per mezzo di un altro” in ‘Il pensiero di natura’, Giacomo B. Contri SIC Edizioni (1998) / pp.50-54 (‘Anticipazione. Preambolo’); pp. 195-197.

[3] ‘Pulsioni e loro destini’, S. Freud (1915) in “Scritti metapsicologici”, ‘Bollati Boringhieri editore’ (1978 e 2011) ‘Biblioteca’, pp. 27-52 : il termine originale usato da Freud, poi tradotto in ‘pulsione’ è ‘trieb’. Freud esplicita un ordine dei quattro termini della pulsione che è quello emergente dal lavoro analitico, cioè dal punto di vista del paziente che inizia : ‘spinta’, ‘meta’, ‘oggetto’, ‘fonte’. Nel corso del lavoro il paziente potrà ricostruire un nuovo ordine : ‘spinta’, ‘fonte’, ‘oggetto’, ‘meta’.

[4] “…In che cosa infatti l’inconscio sarebbe più degno di essere riconosciuto delle difese che nel soggetto gli si oppongono con un successo che le fa apparire non meno reali? ...Ma domando donde venga quella pace che si stabilisce nel riconoscere la tendenza inconscia se questa non è più vera di ciò che nel conflitto la teneva costretta? Da qualche tempo questa pace si dimostra una pace mancata…” Citaz. da : ‘La cosa freudiana. Senso di un ritorno a Freud’ in “Jacques Lacan. Scritti” a cura di Giacomo B. Contri, Giulio Einaudi editore SpA (1974 e 2002) ‘Biblioteca Einaudi’ Vol. I - p.395.

[5] “Ereditare da un bambino. Perché no ?”, Marina Bilotta Membretti (2014) Isbn 978-88-91081-63-6 / Cap.3 ‘Il pensiero è economico, fin da bambino’, pp.27-32.