"Il cliente" Minori capaci di intendere e di volere.

‘Dora’ non aveva ancora diciotto anni nel 1898  quando suo padre, preoccupato per gli sbalzi di umore della figlia ma soprattutto a disagio per quella imprevedibile aspra oppositività a lui inspiegabile, decise infine di rivolgersi  al dottor Sigmund Freud che risiedeva e lavorava a Vienna, e del quale già si conoscevano alcuni successi clinici fra i pazienti dell’allora emergente cura psicoanalitica.

‘Il Caso di Dora – Frammento di analisi di un caso d’isteria’ fu pubblicato da Freud solo nel 1905, più di quattro anni dalla fine della psicoanalisi e senza riferimenti alla giovane il cui padre aveva chiesto e finanziato la terapia : il testo riporta senza reticenze la decisione di Freud di lavorare a difesa della paziente, ritenendo lei  reale mandante della cura.

Le pretese del padre di ‘Dora’ perchè la figlia assumesse nei suoi confronti una condotta tranquilla furono recepite con fiducia da Freud ma, mano mano che il lavoro analitico procedeva, egli cominciò a prendere in seria considerazione le richieste avanzate dalla paziente : ammetteva d’altra parte che ‘Dora’ si comportava diligentemente riguardo le regole stabilite per la cura. La difesa di ‘Dora’ diventò quindi il reale traguardo di quel lavoro a due che Freud aveva chiamato psicoanalisi : una posizione professionale che costituì senza dubbio un bivio nella cura delle nevrosi, in quanto ‘le’ pazienti erano spesso inviate dal marito o dal padre a causa di comportamenti ritenuti asociali o socialmente non accettabili. Freud decise che la propensione alla cura dimostrata dal paziente fosse sufficiente a motivarne la difesa – anche nei riguardi di un mandante terzo – e fino ad una guarigione possibile. La pubblicazione del Caso costituì un precedente formale nella professione e nei confronti dei Colleghi di Freud : vi si riconosceva che la nevrosi rende carente la difesa di un soggetto, facendo precipitare posizioni che inizialmente sarebbero affrontabili.

‘Il Caso di Dora – Frammento di un’analisi d’isteria’, S.Freud (1901) in “Sigmund Freud. Isteria e angoscia. Il Caso di Dora e altri scritti”, Edizione integrale di riferimento – Introd. Di Cesare L. Musatti, Bollati Boringhieri editore (2014)

Sembra pertinente allora il titolo “Il cliente” di un noto romanzo in cui l’undicenne Mark decide da solo di rivolgersi ad un avvocato : è stato testimone, insieme al fratellino di otto anni, di un suicidio che, nel tentativo di sventare, lo ha coinvolto nella violenza del suicida ma anche di crimini  che dovevano restare segreti. Ben presto Mark si rende conto - già telefonando alla Polizia per segnalare il cadavere e anche poi, trovandosi di fronte alle prime domande - che la ‘sua’ difesa non può reggere. Tuttavia, l’avvocato che si è reso disponibile al termine di una ricerca intelligente e pur ancora ingenua da parte del bambino, sarà poi anche affidabile ? Mark però non può andare troppo per il sottile.

Ed è interessante che, nell’affidare l’incarico, Mark ancora non sappia che la fattispecie del suo caso non incontrerà affatto il favore della Legge : un testimone infatti, pur minorenne ed esposto al rischio di ritorsioni, viene facilmente incriminato “per ostacolo alla giustizia”  se non confessa tutto quanto è venuto a sapere nel corso di indagini su crimini, ed anche se ciò è avvenuto contro la sua volontà.

“C’era qualcosa di ingiusto in un sistema in cui un ragazzino veniva trascinato in tribunale, circondato da avvocati che discutevano e si beccavano sotto gli occhi sprezzanti di un giudice che fungeva da arbitro e, in mezzo a quelle raffiche di leggi e di articoli del codice e di istanze e di termini avvocateschi, il ragazzino era tenuto a capire cosa gli stava succedendo. Era irrimediabilmente ingiusto.”

La ‘ingiustizia’ dunque è percepita da Mark non erroneamente : questo accade anche per altri soggetti ‘capaci di intendere’.

Tuttavia ‘la capacità di intendere’ è solo la prima porta di accesso alla costruzione di una difesa in cui la ‘capacità di volere’ possa efficacemente coniugarsi, quando in un soggetto tale capacità sia affettivamente stravolta, smarrita, o comunque latitante.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 27 febbraio 2021

 



p. 238, “Il cliente”, John Grisham (1993) – Mondadori editore (2016).
pp. 285-286 “Il cliente”, John Grisham (1993) – Mondadori editore (2016).