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Fissazione alla mancanza… Un eros senza corpo ?

Un eros senza corpo[1] ?

 

Illustrazione originale di Jacopo Ricci[2] : si tratta di una eccellente interpretazione della lezione di Freud in “L’umorismo” (1927). Per un attimo - il tempo di un flash del pensiero – la coscienza si lascia rappresentare aggrappata come un polipo ad un teschio che perde i pezzi, col risultato di mostrare al Soggetto quanto l’angoscia, che non permette di ragionare, sia invece affrontabile. L’umorismo, secondo Freud, è la disponibilità del Soggetto a trovare uno spiraglio risolutivo a quella ‘mancanza’, fissandosi alla quale incorrerà invece nella psicopatologia, debilitante e disabilitante.  

 

 

 

(Lou Andreas Salomè) : “…è un fatto squisitamente umano che l’uomo sia ed insieme non sia il suo corpo, che cioè il suo corpo, nonostante tutto, sia una parte come ogni altra della realtà esterna. Esso può così venir definito dall’esterno, con l’ausilio degli organi sensoriali, ricacciandolo perciò in una dipendenza che  rende ogni altra quasi irrilevante, simile ad un gioco da bambini, e priva di tragicità. Per tale ragione è proprio la malattia a farci ricordare tutto quel che di innocente e di commovente vi è nell’uomo; ma anche per questa stessa ragione tutto ciò suscita la sensazione che qualcuno soffra per noi tutti in quanto il suo modo di soffrire diviene per noi un simbolo di che cosa sia capace l’uomo.

(Sigmund Freud) : … Riflettendo sulle interessanti, ma non sempre accettabili osservazioni da Lei espresse sul rapporto tra l’uomo ed il suo supporto corporeo, mi domando come concepirebbe l’analoga relazione con un tale surrogato che cerca di essere Io e che nondimeno non può esserlo; un problema che si presenta già nel caso degli occhiali, della dentiera e della parrucca, ma non in modo così importuno come nel caso di una protesi ossea.”[3]

(Lou Andreas Salomè) : “…Per esempio, nella sfera erotica, quella che tocca più da vicino la donna; temevo proprio qui che la vecchiaia potesse arrivare troppo tardi (…) e che, di conseguenza avrebbe potuto defraudarmi di ciò che di più specifico ha da regalarci proprio in quanto vecchiaia. … Poiché, insieme all’esperienza erotica in senso stretto, ci si lascia alle spalle una via senza uscita… dove non c’è posto che per due persone una a fianco all’altra, per inoltrarsi invece in una distesa incommensurabile…”[4] 

(Lou Andreas Salomè) : “…Per altro verso, non mi convince altrettanto il Suo saggio sull’Umorismo[5] : cercherò brevemente di indicare perché. Il motivo è che l’istanza parentale, i cui effetti retroattivi condizionerebbero la superiorità umoristica, in fondo è la medesima istanza che ci ha educato a prendere sul serio tutti i dati di realtà che, in quanto bambini, preferivamo scavalcare e che, con tutti i suoi precetti e divieti, ha terribilmente svuotato di umorismo il nostro rapporto con la realtà[6]

(Sigmund Freud) : …La nostra divergenza d’opinioni riguardo all’umorismo mi ha ricordato che non sono riuscito a risolvere uno dei suoi enigmi : come mai le donne coltivino l’umorismo, o lo apprezzino, tanto meno degli uomini.”[7] 

 

                                                             Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 14 novembre 2020

 

 

[1] Le citazioni sono tratte dalle lettere di Lou Andreas Salomè a Sigmund Freud, con i relativi commenti di Freud. “Eros e conoscenza. Lettere 1912-1936”, Ed. ‘Universale Bollati Boringhieri’ 2010.

[2] Illustratore indipendente di Valenza, Jacopo Ricci è nato a Milano negli incredibili anni ‘80 (1988 per la precisione). Disegna da sempre ma si innamora perdutamente di matite e pennelli solo dopo aver finito le scuole superiori. Collabora con riviste online e realizza i più svariati lavori su commissione. Nel 2018 illustra ‘Dottor Tremarella’  (libro autoprodotto) e ‘Guarda Oltre’ (sempre autoprodotto). Nel 2019 si avvicina alla serigrafia che gli permette di realizzare i lavori autonomamente, dall’idea fino alla stampa. Potete dare un’occhiata ad alcuni dei suoi disegni su:       https://www.facebook.com/jacoporicciillustratore  https://www.instagram.com/jacoporicciillustratore/

[3] Pag. 135 in “Eros e conoscenza. Lettere 1912-1936”, Ed. ‘Universale Bollati Boringhieri’ 2010.

[4] Pag. 163 in “Eros e conoscenza. Lettere 1912-1936”, Ed. ‘Universale Bollati Boringhieri’ 2010.

[5] ‘L’umorismo’, S. Freud (1927) in “OSF” Vol.10 pp.499-508 B.Boringhieri è un saggio brevissimo che segue il ‘Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio’ (1905) e nel quale Freud conferma il risultato delle sue osservazioni sui pazienti, anticipando quella che resta la sua più feconda eredità : la competenza individuale nella cura del pensiero, e la strenua resistenza ad essa.

[6] La lettera di Lou Andreas Salomè è datata 6 novembre 1927 : il saggio ‘L’umorismo’ era stato letto da Anna Freud durante il Congresso a Innsbruck nel settembre 1927; fu pubblicato su ‘Almanach des Internationalen Psychoanalytischen Verlags für das Jahre 1928’.

[7] Pagg. 167-169 in “Eros e conoscenza. Lettere 1912-1936”, Ed. ‘Universale Bollati Boringhieri’ 2010.

 

 

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