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“Mes gentils animaux”.

Libri per lavorare 4.

‘Mes gentils animaux’ è il titolo del libro per bambini dai quattro ai sei anni da cui è estratta la pagina che compare in foto (‘Le Livre Club’ Edit. LLC Caramel 2004, Nimes / France).

 

“La riduzione della psicologia a psicologia genericamente animale è oggi una conclusione generale, frenata appena per prudenza, per pudore residuo, oppure per concorrenza, che non è opposizione, della psicologia informatica, detta cognitivismo… La scienza è ciò che è in ‘virtù’ della sua costituzionale incompetenza psicologica.”[1]

 

Gli animali incuriosiscono i bambini perché sono così diversi dagli umani, eppure spesso vivono con loro.

Ma non conviene gravare la curiosità, di cui ancora i bambini possono disporre, di Teorie che, in quanto educative, sono in mano agli adulti e con la prerogativa di esimerle dal farsi oggetto di domande che conducono al giudizio, del tutto legittimo, di un bambino.

Altro è la formazione reattiva che minaccia di pena il pensiero una volta rimosso, altro è l’inconscio che legittimamente suggerisce la domanda e, sanzionando, giudica.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 12 luglio 2024

 

[1] Cit. da: ‘Una psicologia amica’, di Giacomo B. Contri pp. 15-16 in ‘La Città dei malati’, Maria Antonietta Aliverti, Raffaella Colombo, Giacomo B. Contri, Maria Delia Contri, Marina Massimi, Giorgio Moretti – SIC Edizioni 1994

E finalmente... 'io'. 

'Tutorsalus.net' si presenta da oggi come Periodico autorizzato[1] a carattere professionale, accogliendo l'iniziativa imprenditoriale[2] di quel Giornalismo a cui Freud stesso si dedicò lungo il corso di tutto il suo lavoro.

 

 

Rivolgersi ad Antigone[3] oggi, quale paziente e compagna anti-economica, suona remoto ?

Eppure il suo : "Agisco per amore" rischia tuttora di confonderci, almeno inizialmente, con quella passionale opposizione ad una Civiltà del 'giuridico' che non ci difende finchè non la attraversiamo : il coraggio di pensare in proprio, chi ne sa qualcosa.

Difficile sfuggire l'insistenza di Antigone che così spesso ancora viene a cercare di 'io', abitante civile e lavoratore ma non del tutto consapevole del profitto che produce e che pure socialmente si tocca come stoffa leggera e preziosa, non solo a chi si fa prossimo : perché Antigone teme la riconoscibilità del suo agire - che possa invece scivolare sulle mete con sublimità parimenti ingannevole – e si destreggia nelle nebbie da cui non pensa di uscire, odiando il lavoro di cui pure riconosce la ricchezza.

E’ il suo corpo, quel corpo bistrattato pur nelle applicazioni più meticolose, a sostenerne fedelmente un moto sincero che non lascia dubbi, e che senza incertezze svela di Antigone il fine su cui  resta reticente con malizia perchè la pigrizia seduce e fa proseliti, fa 'massa' !

Furto rapido con destrezza, ecco il fine di Antigone che, mentendo, si lamenta nullatenente... E sta, ferma davanti allo specchio come se non se ne accorgesse : ciò che la rende infine e, provocatoriamente, persino commovente.

Quel 'godimento esiziale' che Jacques Lacan segnalò in ‘Kant con Sade’ appena dopo Freud, non sazia infatti : Antigone però lo pretende tenendo in odio il lavoro che altri produce senza alcuna possibilità di trasferimento reale. 'Quelle tristesse pour Antigone...!'

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 14 aprile 2019

Illustrazione originale di Gianni Russomando.[4]

 

 

[1] 'Tutorsalus.net', periodico online di Giornalismo freudiano, registrato presso il Tribunale di Milano, n°4731/2019 del 10 aprile 2019 - Direttore: Marina Bilotta.

[2] 'THINK !', di Giacomo B.Contri www.giacomocontri.it è il primo periodico di Giornalismo freudiano.

[3] L’editoriale riprende 'Quid amor ? Quid ius ?', Intervento di Giacomo B.Contri al ‘Colloquio Università di Patti’/ Messina, 16 novembre 2018 e riportato su www.giacomocontri.it

[4] Gianni Russomando è nato a Vercelli nel 1956 : diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, si definisce un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni. 

 

fare squadra.

In foto, i giardini dell’ ‘Università Bocconi’ di Milano, dove si è svolto il 18 e 19 marzo scorso ‘NEXT Milan Forum’ 2024.[1]

 

Flash su un evento recente, articolato e giustamente ambizioso, inteso a coinvolgere i giovani sul ‘fare’ cittadinanza come ambito privilegiato per la realizzazione di progetti favorevoli e di arricchimento : l’intelligenza artificiale e le imprese, la sostenibilità e la ricostruzione di prosperità oltre le Crisi, le disabilità e le ferite delle guerre, la cooperazione e la sicurezza sono stati i temi toccati, a partire da una riflessione sull’Europa. Analisi, relazioni, interventi presentati da relatori non solo europei hanno enucleato il bivio irrinunciabile, e percepito anzitutto individualmente, fra costo ed investimento : maturare una progressiva consapevolezza su questo bivio e sulle intraprese possibili permette di potenziare l’umano, scoraggiando le manipolazioni devianti.

Chi indovinerebbe allora che due giovani atleti, con la loro personalissima inaspettata ripresa hanno rappresentato il traguardo forse più convincente di un evento pensato per le Università ?

Fare consapevolezza di un vissuto che si vorrebbe rimuovere, ma che porta segni inestinguibili sul corpo e nella mente : che cosa può esserci di più difficile, di più provocatorio, di più sfidante nella vita ? L’assenza di amici, ecco cosa c’è : ed è la risposta di chi – giovanissimo – solo formalmente accetta la categoria di ‘atleta paralimpico’.

Si ammette il lutto ma non la malinconia, è mai possibile ? In una forte esperienza di dolore ci si è focalizzati su qualcuno che ha saputo rendersi affidabile[2] : certo non è stato immediatamente possibile, ma è la non affidabilità a costituire un trauma realmente destabilizzante e con conseguenze imprevedibili.

Quanto coraggio occorre per arrivare a proferire ‘mutilazione’ riguardo al proprio corpo ?[3] Fino ad un altro coraggio – raro – che è quello del riconoscere destabilizzante il mentire che non si ama più la vita, il proprio corpo ferito, leso, violato.

Ed il dolore attira anche una sociale e generica empatia, può rendere malleabili a surrogati esterni a patto di tradire l’alleanza originale col proprio corpo : abituati come sono ad allenarsi nel tempo e col lavoro, questi giovani atleti non si sono accontentati.

Di più, la ricostruzione è un investimento cui destinare con previdenza risorse magari già impegnate, ma i cui effetti sono un sovrappiù certo, individuale e sociale, dunque preziosissimi e cruciali per il bivio che comportano fra costo ed investimento.

La novità di una, di qualsiasi forte ripartenza, opta anzitutto per lo scartare la parola ‘resilienza’ in quanto non riguarda il pensiero individuale, raccogliendo invece tutto quanto assume un peso specifico nella nuova vita : non c’è più il proprio solido gruppo di riferimento[4] e tanti cadono, ne sbiadisce l’immagine ma quelli che si confermano presenti entrano a fare squadra, persino il tempo assume improvvisamente e definitivamente un cospicuo peso specifico. Dunque la ‘ripresa’ è davvero a disposizione di tutti, ma non è da tutti il ‘fare squadra’ anziché ‘fare gruppo’ dove nessuna ripresa resiste a lungo.

Come ci si prepara ad uno spirito critico, quando nemmeno l’università spesso non aiuta ? La domanda, arrivata dal pubblico, sembrava destinata a restare sospesa ma la risposta è arrivata da un altrove inaspettato - quegli atleti saliti chissà perché su un ambizioso palco universitario : una risposta talmente sottile e leggera che poteva perfino sfuggire a chi già si allontanava senza risoluzione catartica e pur attesa dopo ore di ascolto paziente.

Troppo ‘facile’ – altra parola che converrà bandire nella ripresa – attendere una intelligenza artificiale che ci sostituisca : le decisioni che vengono prese sempre più rapidamente possono risultare  formalmente corrette a breve termine, ma rischiano di far precipitare equilibri delicati quali sono quelli politici, interconnessi e globali, quindi vicinissimi a noi.[5]

‘Emergenza’ tornerà forse a riprendersi il senso originale di qualcosa-che-emerge perché prima non c’era ed ora c’è[6], senza arroganza e senza pretesa : qualcosa che è da studiare – senza accademismi e deputando anche luoghi  nuovi – perché ‘io me ne curo’, quindi fuori budget.

Offerto dunque il testimone a chi sa fare squadra.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 10 maggio 2024

 

 

[1] ‘NEXT Milan Forum’ 2024 - Empowering Future Leaders’ prevedeva una integrazione di diverse sezioni : la sezione ‘Get inspired’, in cui relatori di livello mondiale hanno offerto intuizioni ed analisi per una maggiore consapevolezza e cambiamento positivo; la sezione ‘Make your voice heard’ dove il pubblico ha potuto esprimersi e dialogare con i relatori invitati; la sezione ‘Idea slam’ che proponeva un concorso tra i futuri leaders selezionati (fra i 20 ed i 35 anni di età) per nuove idee da condividere con i leaders del G7 sulle prossime sfide globali. (Evento realizzato col patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano; co-partners : ISPI Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Università Bocconi Milano, OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Deloitte Touche Tohmatsu società di consulenza e revisione, KPMG Italia, Fondazione Cariplo).

[2] Dall’intervento di Martina Caironi, atleta paralimpica.

[3] Dall’intervento di Simone Barlaam, atleta paralimpico.

[4] Ancora dall’intervento di Simone Barlaam, atleta paralimpico.

[5] Dall’intervento di Peter Maurer, presidente del Consiglio dell’Istituto di Basilea per la Governance, presso l’Università di Basilea; ex presidente della Commissione Internazionale della Croce Rossa.

[6] Dall’intervento di Bo Viktor Nylund, direttore di UNICEF Innocenti – Global Office of Research and Foresight

Una buona memoria.

Conversazione con… Tiziano Olgiati.

        

 

 

“Penso che indagare gli elementi in comune con la propria madrelingua, o con le lingue che già si conoscono, favorisca l’apprendimento di una lingua straniera, per avere una base a cui agganciare il ricordo di ciò che si impara.”

Tiziano Olgiati si è laureato nel 2019 in ‘Matematica’ alla Università degli Studi di Milano, poi nel 2021 anche in ‘Linguistica’ alla Università di Pavia.

Oggi ha 27 anni ed insegna ‘Matematica e Fisica’ nelle scuole superiori : fra il 2019 ed il 2022 ha collaborato con l’Università di Pavia come ‘tutor’ per i Corsi di ‘Linguistica Generale’ e di ‘Glottologia’, all’interno dei Corsi di Laurea di ‘Lettere’ e di ‘Lingue e Culture Straniere’. Insegnare gli piace al  punto che si è iscritto, sempre all’Università di Pavia, al  Corso di Laurea magistrale in ‘Matematica’ per poter accedere al Concorso per Insegnanti di ruolo. “Spesso vado al lavoro con il sorriso : insegnare agli studenti mi permette di riprendere ogni giorno argomenti di materie che adoro, la matematica appunto, e gli studenti si coinvolgono, ricevo le loro storie e mi riconosco parte delle loro vite.”

 

‘Che parte ha avuto la memoria nella tua biografia professionale ?’’

“Fin da bambino colleziono lingue straniere nella mia testa, e rispettivi dizionari sulla mia scrivania : sono affascinato da come ciascuna lingua esprima lo stesso concetto in maniera diversa, e da come ogni lingua riesca benissimo nell’intento, secondo strategie proprie e spesso uniche. La memoria uditiva mi è stata d’aiuto nel processo di apprendimento delle lingue e, di conseguenza, nel processo di scrittura di una lingua, o in quello di traduzione quando si tratta di una lingua antica.”

‘Apprezzi dunque anche le lingue antiche ?’

“Fra le lingue antiche, considerate come lingue non più parlate, ho avuto l’opportunità di studiare, oltre al latino, anche il greco antico e l’armeno classico : queste ultime due infatti, non essendo materie di studio al liceo, le ho approfondite seguendo corsi extrascolastici. Il latino resta forse la lingua antica che ho apprezzato di più, è concisa: ogni frase ha il numero giusto di parole, non una di più né una di meno, ti permette di arrivare dritto al sodo, ma anche di esprimere ragionamenti complessi in frasi perfettamente incasellate una dopo l’altra, come nelle magistrali arringhe di Cicerone…” 

 

‘C’è a tuo parere un rapporto fra la memoria uditiva e la scrittura in quanto memoria grafica ?’

“Quando ero studente al liceo, volevo migliorare nella traduzione di Seneca : la professoressa mi propose una frase con una costruzione particolarmente ostica, allora mi suggerì di ripeterla a voce alta, più volte. Mi accorsi che ripetere quella frase, con coscienza del significato di ogni parola, mi permetteva di memorizzarne la costruzione grammaticale : allora ho capito che avrei potuto riconoscere lo stesso pattern anche in altri brani e devo dire che, oltre a migliorare oggettivamente nelle traduzioni, da quel giorno applico il metodo ogni volta che mi trovo a studiare un elemento grammaticale ostico in una lingua nuova, e funziona sempre.

Penso che uno dei motivi che ostacolano l’apprendimento di una lingua sia il tentativo di tradurre parola per parola ciò che si dice nella propria lingua madre, ma raramente esiste una corrispondenza uno-a-uno tra le frasi, in lingue diverse : conviene invece provare a capire come quelle frasi si strutturano,  o magari le parole stesse in una certa lingua, per poi provare a usarle combinandole insieme.” 

 

‘Usare la memoria, insomma un po' come un laboratorio ? E’ nata così la tua passione per la matematica ?’

“Sono sempre stato attratto dai numeri e dai concetti che ne derivano, volevo scoprire sempre di più. Una mia professoressa al biennio del liceo diceva : ‘La matematica è fatta di mattoni. Ogni concetto porta a un altro che si sorregge sul precedente’. Ecco, la matematica mi piace perché si sviluppa coerentemente, e può espandersi continuamente mano a mano che si scoprono nuovi teoremi.”

‘Poi hai scoperto che esiste la Linguistica, anche come materia universitaria…’

“Sì, è un po' più difficile da spiegare… Tutti incontriamo la matematica fin dalle elementari, ma non si può dire lo stesso per la linguistica che è materia universitaria per le Facoltà di ‘Lettere’ e di ‘Lingue straniere’ : per ‘linguistica’ si intende generalmente ‘lo studio scientifico del linguaggio’, e io ho una certa dimestichezza con le lingue. Mi piace sempre scoprire come le lingue arrivano ad esprimere i concetti, e poi anche quali sono le peculiarità delle culture che le usano. Poco prima del mio esame di maturità scientifica ho scoperto che esisteva la Linguistica, come scienza generale che permette di astrarre le proprietà delle lingue e capirne il ruolo nella società : ho capito che era esattamente ciò che piaceva a me. 

 

‘Secondo te una buona memoria è una difesa per i bambini, e perché ?’

“Sicuramente una buona memoria permette ad un bambino di avere meccanismi di difesa migliori. Imparare dai propri errori permette di conoscere le conseguenze delle proprie azioni, e di regolare di conseguenza il proprio comportamento nel momento in cui ci si ritrova in situazioni simili ad esperienze passate. Ricordare esperienze, avvenimenti, anche storici, situazioni diverse, consente di agire in maniera consapevole. In più, avere memoria di quanto si è appreso concede una possibilità : quella di avere accesso alle proprie conoscenze, per poter affrontare situazioni con soluzioni nuove, e quindi ulteriormente apprendere, e progredire.”

 

 

A cura di Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 4 aprile 2024

 

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