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“Fiabe della Sardegna” ‘Libri per lavorare 3’.

 

<Rifer. illustraz.: 0_5512400_125008.jpg>

 

 

“Il più fiero…”, “non riuscì a prendere sonno…”, “…chi mai poteva cantare?”, “E subito capì…”[2] sono frasi che piacciono ai bambini, cose ed azioni sperimentabili: non altrettanto piacciono incantesimi e magìe che, quando in qualche modo i bambini accettano, già attribuiscono al mascherare degli adulti le loro incapacità, che pure non vogliono rinfacciare.

Mi è piaciuto così questo libro che dedica poco spazio alla prepotenza delle magìe – sorridenti persino e disinvolte, come in alcune delle fiabe : si ammette anzi che, nonostante il favore di qualche incantesimo, “per la sua troppa rabbia e per la sua troppa paura…”[3] restano lo zoccolo duro della pigrizia umana, imputabile perché è con essa che anche il singolo riesce a convincere i suoi simili a farne addirittura una Legge, che sia valida per tutti ed a cui sarebbe facile obbedire per non pensarci più.

E gli algoritmi valgono una Legge ?

Ma arriviamo all’ultima fiaba, ‘Il vecchio e la rupe’, che descrive un mondo strano, dove ai bambini nessuno dedica tempo a  parlare e a lasciarsi interrogare o, se qualcuno lo fa, passa a socialmente improduttivo e dunque scartabile, ecco la definizione di vecchio.

E’ un racconto senza magìe e senza incantesimi, che riporta anzi alla Storia[4] - per i più fortunati appresa solo sui manuali scolastici – in cui “…i più giovani e forti” possono mettersi d’accordo fino ad emanare una Legge di morte – senza imputati dunque ? - per liberarsi di coloro che “non possono condurre l’aratro nei solchi… e neppure mietere il grano, …sono pieni di acciacchi.”[5]

Il vecchio Bobore non si oppone ed accetta la Legge, salvo tenere per sé i suoi pensieri a cui “nessuno aveva dato più importanza”[6]. Si lascia condurre dal figlio, che malvolentieri alla Legge china il capo,   fino alla rupe del burrone Muccidorgiu, luogo esistente presso la Gola di Gorropu. Arrivati in cima, però, il figlio decide di nascondere il padre nella foresta dove gli porterà da mangiare : i mesi passano ed una siccità come non s’era mai vista prima, impedisce i raccolti e porta la carestia, persino a Bobore il figlio non riesce più a portare che pochi grani. Eppure Bobore non deperisce, a differenza dei giovani in città e non certo perché vive da solo nella foresta : quello che ha escogitato però, collegando l’esperienza alla memoria non è affatto magìa, anzi sarà la salvezza anche per i poveri concittadini ormai allo stremo, di forze e di idee…

Piace ai bambini sapere di una ‘legge’ favorevole, che non si oppone alla Legge ma che, nascosta ai luoghi comuni, possa integrare il mancante che ogni Legge comporta : persino quando già Algoritmo.

                   

                    Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 21 febbraio 2021.

 

[1] “Fiabe della Sardegna”, di Alberto Melis – Illustrazioni di Giuseppe Braghiroli/ ‘Giunti Editore SpA’, ‘Giunti Kids – Un Mondo di Fiabe’.

[2] “Fiabe della Sardegna”, di Alberto Melis – Illustrazioni di Giuseppe Braghiroli/ ‘Giunti Editore SpA’, pp.6-12: ‘Pera Zuanne’, protagonista del racconto, è realmente esistito.

[3] “Fiabe della Sardegna”, di Alberto Melis – Illustrazioni di Giuseppe Braghiroli/ ‘Giunti Editore SpA’, p.25

[4] Già dai primi manuali scolastici apprendiamo della rupe Tarpea nell’antica Roma, o del monte Taigeto a Sparta : la Legge decretava la morte per vecchiaia od inabilità, una legge sociale diffusa che purtroppo qua e là tuttora  assurge a Legge.

[5] “Fiabe della Sardegna”, di Alberto Melis – Illustrazioni di Giuseppe Braghiroli/ ‘Giunti Editore SpA’, p.105.

[6] “Fiabe della Sardegna”, di Alberto Melis – Illustrazioni di Giuseppe Braghiroli/ ‘Giunti Editore SpA’, p.109.

 

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