Dove vanno ?
Il progetto di una ‘Storia della Fortuna’ era stata commissionato nel 1505 al già famoso Pinturicchio, al tempo impegnato in più di una realizzazione per il Duomo di Siena : l’artista umbro fornì il cartone col disegno per il mosaico pavimentale da posarsi appena dopo l’ingresso nella Cattedrale. Nel 1859, anche a seguito di rifacimenti e restauri, alla figura femminile della ‘Quiete’, meta del percorso rappresentato, fu dato il nome di ‘Sapienza’ ed il titolo stesso dell’opera modificato in ‘Allegoria del monte della Sapienza’.
Una Fortuna tanto spensierata quanto inquietante - il ventre gravido, le gambe nodose e virili - li ha fatti approdare, ma essi non si fermano là.
In procinto di allontanarsi sono alcuni uomini del tempo ben connotati e dietro di loro, quasi nascosti, anche un giovane uomo ed una donna : nulla vi è di didascalico in questo disegno graffiato nel marmo più di cinquecento anni fa né di pedagogico ma piuttosto di onirico - e di esperienziale quindi - su quel fortuito approdo, e sull’affetto che lo accompagnava, indispensabile a coglierne la conseguente decisione.
Ma quell’affetto qui non si snebbia dalla sua angoscia, anzi – e ingenuamente - viene taciuto perché i passi sono già diretti su un nuovo percorso che pure è punteggiato da invidia pigrizia inganno, evidentemente presenti anche quando erano accompagnati dalla Fortuna.
Assente dunque è il giudizio di ognuno nell’imputare l’offerta che, logicamente, non può essere successiva ad una intrapresa perché se ne possa qualificare il traguardo.
Bene dice allora quello spazio separato sul marmo fra i viandanti ed una attesa Quiete - e poi Sapienza, come i committenti preferirono - del vuoto stesso del pensiero quando ogni illusione lo può riempire, e che l’artista – onestamente - ha saputo qui descrivere.
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 28 gennaio 2023