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Igort[1], e l'azzurro.

Particolare di una tavola di Igort presentata nella mostra ‘Il Muschio e la Carne. Anatomia dei sensi nel Giappone di Igort’ per la ‘Project Room’ del ‘Padiglione d’Arte Contemporanea’/ PAC di Milano durante l’evento ‘Japan. Body_Perform_Live’,  a cura di Shihoko Iida e Diego Sileo (22.11.2022-12.02.2023).

 

 

‘Blue’ è, nella lingua inglese, il colore di una malinconica, e un po’ ostile, rassegnazione. Ma altrove è il colore che favorisce il passo, l’inizio di un moto : è questa ‘la zona’ da cui Igort sa come non lasciarla mai ?

Ti illudi di poter parlare e disegnare allo stesso tempo, o di poter suonare e parlare insieme, al peggio quando vuoi parlare mentre mangi, e così lasci la zona. Ma puoi ascoltare mentre colori, o esegui qualcosa che avevi già progettato, e così non lasci la zona dove produci qualcosa che non sia un ‘déjà vu’, meglio ancora se ti ascolti quando parli : e poi uno che ha cura di te non ti chiederebbe mai di fare due cose assieme, nemmeno se tu fossi un bambino.

Ascolti quando ripari un giocattolo, anche quando mangi ascolti, quando premi sul foglio la punta della matita : ma non puoi ascoltare quando guardi un film, quando sorvegli lo smartphone, perché allora – e solo allora – il tuo cervello coglie appena, sfumature delle parole intorno, e persino dei discorsi più infimi e umilianti quel che ti resta è nell’aura dell’immaginazione la quale, si sa, è manovrabile.

Ho pensato che i libri e le tavole di Igort sono per bambini e sono per adulti, ma non sono per l’adolescenza : un bambino accetta le difficoltà, persino le mancanze del partner quando queste sono un sospeso, chiaramente un non definitivo, anzi sono proprio i bambini che offrono al partner che ha mancato, una nuova chance.

Era già l’universo dei Fratelli Grimm che riuscirono, all’inizio del XIX secolo e per un intento forse nazionalistico eppure democratico, a trasferire ai bambini le stesse non facili storie che gli adulti si raccontavano a voce davanti al focolare.

L’ascolto è temuto nell’adolescenza, fin da subito lo si contesta e si scaccia il segno che non appartiene, lo si commenta compulsivamente come un inciampo ed un impiglio, l’adolescenza sconta una lunga illusione, lo zoccolo duro della Cultura.

L’universo di Igort non sembra conoscere la tradizionale separazione, non ci sono due universi, uno femminile ed uno maschile : qui ci interessa che quando le donne possono essere criticate o apprezzate, tanto quanto gli uomini, difficilmente passano poi ad oggetto di un’aggressività che è di genere, verbale o non.

L’universo femminile è una astrazione perché c’è, ad esempio, un piacere ‘grafico’ che non conosce le differenze di sesso : e le grafie del sogno notturno, sebbene visive, sono un caso di opera viva del soggetto dormiente che riconduce e giudica la realtà, adeguatamente.

Tornerò quindi successivamente su questo autore.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 3 novembre 2023

 

 

 

[1] Maestro della graphic novel e illustratore, sceneggiatore, regista, musicista, Igor Tuveri - in arte Igort - nasce a Cagliari nel 1958 : comincia a Bologna, pubblicando già alla fine degli anni ’70. Nel 1980 esce il suo primo album solista, edito da Italian Records, dal titolo ‘Radetzky e gli isotopi’; è ora collaboratore fisso di Linus, Frigidaire, Alter Alter, L’echo des Savanes, Vanity e The Face. Nel 1983 è tra i fondatori di Valvoline, pochi anni dopo è a Parigi con Metal Hurlant, fra i cui fondatori è Moebius. Negli anni ’90 si trasferisce a Tokyo, dove dal 1991 inizia una collaborazione con la casa editrice Kodansha, che durerà per quindici anni. Nel 2000 è co-fondatore con Carlo Barbieri della casa editrice Coconino Press. Nel 2002 edita ‘5 è il numero perfetto’, che nel 2003 vince il premio come miglior libro dell’anno alla ‘Fiera del libro’ di Francoforte e che nel 2019 diventa un film, interpretato - fra altri - da Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso ed è diretto e sceneggiato da Igort : il film viene presentato in anteprima al Festival di Venezia ed in seguito anche a numerosi altri Festival internazionali. Sempre con ‘Coconino Press’ Igort edita ‘Fats Waller’. Inizia la serie ‘Baobab’. Nel 2010 ha già vissuto in Ucraina e in Russia, edita con Mondadori ‘Quaderni ucraini’, cui segue ‘Quaderni russi’ e nel 2014 ‘Quaderni giapponesi’. Nel 2017 annuncia di abbandonare ‘Coconino Press’ e ‘Quaderni giapponesi’-vol.2 esce per Oblomov Edizioni : nel 2018 riceve il premio del pubblico al ‘Biografilm Festival’ di Bologna. Ancora nel 2018 è nominato direttore di Linus. Nel 2019 i ‘Quaderni giapponesi’ vengono esposti al British Museum nella mostra sui manga curata da Paul Gravett. Nel 2023 (maggio-settembre) a Pisa, ‘Palazzo Blu’, viene presentata la mostra ‘Igort. Attraversare le forme’.

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