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in Ordine.

Medea 2023

 

Sedie vuote su un pavimento a scacchi, lucidato a cera : è l’orizzonte di ‘Medea’[1] nell’interessante allestimento scenico di Marco Rossi per il ‘Teatro Greco’ di Siracusa, con la regìa di Federico Tiezzi.[2]

 

 

Ben introduce la mente rischiosa di Medea questo Coro di giovani in tunica bianca, un canto ritmato,  primitivo, infantile : e ben richiama – quel tonfo sordo alla fine di ogni strofa – il crinale sottile che sta fra l’orgoglio degli dèi e la morte degli umani.

Non è umana infatti Medea : né ci tiene a diventarlo. Ha provato, sì, a stare fra loro, quel talento del silenzio[3] di sé che gli dèi disprezzano : ha innalzato il suo Giasone alla gloria[4] e come una sposa lo ha seguito, dandogli persino due bambini.

Ma Giasone, giunto con lei a Corinto, si è ricordato di essere Greco e Medea meno di niente.

Egli ha deciso di farsi avanti col re Creonte, per chiedergli in sposa la giovane figlia : Medea potrà ringraziarlo per il fortunato approdo, potrà ringraziare la clemenza di Creonte che non pensa di ucciderla, e ringraziare la Grecità tutta che le offre Leggi e come si amministra la Giustizia, anziché la barbara Vendetta delle terre di Colchide da cui lei proviene.

Lo scarto di Medea è allora immediato e senza nostalgie : la sua discendenza dal Sole non le porta affetti – non ai figli e non ad altri - ma un raziocinio sconcertante, criminale.

Criminale ?

Macchè criminale, divina è Medea! E lascia alle serve di lavare il sangue di quella ecatombe, la sua Opera!

Come l’Aquila imperiale che non l’abbandona mai, Medea sta sopra gli umani volteggiando su di loro senza sosta : persino quando, ormai lontana dal Tribunale umano che si illudeva di poterla condannare, lei invece - radiosa – deride l’annientato Giasone dall’alto del carro alato del ‘suo’ Sole che già la porta a vita nuova presso un prossimo, fragile re. Egeo l’aspetta, infatti.

La gradevolissima regìa di Federico Tiezzi rispetta sapientemente le parti e fa compiere così un salto di qualità all’oscuro testo di Euripide : davvero eccellenti risultano la coreografia e le scene, le musiche e i cori; e convincenti assai gli interpreti tutti - l’ambiguo Giasone, la veritiera Nunzio, il povero Creonte e, risalendo, fino ad una difficilissima Medea che la brava Laura Marinoni porta con umiltà amorevolezza sensibilità, allontanando il ricordo di quella Medea / Callas troppo struggente e passionale[5], per riportare invece alla verità dello scatto d’orgoglio che sconcerta, perché lo si immagina avvitato alla virilità del solo genere maschile e non anche a chi, da donna, pure ha fisicamente attraversato la gestazione ed il parto.

Ma gli dèi non partoriscono – questo ci comunica Euripide, nascondendo una subitanea, non eludibile debolezza del testo che gli procurò iniziale diffidenza dai Giudici[6] del tempo – e la divina Medea si volge al solo padrone che la asserve, l’orgoglio sovrumano che la piega, per riportarla ‘in Ordine’.

Follia è lo scarto senza resistenza di ogni legame, ma che solo la follia rende ‘naturale’ perché nessun inconscio - di cui non avevamo notizia, prima di Freud[7] - può mai veramente trovarsi ‘a cielo aperto’ come pure qualcuno continua a dire.

Difficilissimo e raro è saper riportare su un palcoscenico – ampio e aperto, poi, come il ‘Teatro Greco’ di Siracusa – quello scatto della mente che è passaggio sconcertante della patologia e che può essere taciuto, mai rimosso.

 

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 9 luglio 2023

 

 

[1] ‘Medea’, di Euripide / Stagione teatrale 2023 ‘Teatro Greco’ di Siracusa  www.indafondazione.org     Regìa di Federico Tiezzi; Traduzione di Massimo Fusillo; Scenografie : Marco Rossi; Musiche originali del Prologo: Silvia Colasanti, con il Coro di voci bianche e orchestra del ‘Teatro dell’Opera’ di Roma diretto da G. Sabbatini e C. Donadio; Direttore di scena: Nanni Ragusa; Responsabile coro: Simonetta Cartìa; Interpreti principali: Laura Marinoni, Alessandro Averone, Roberto Latini, Sandra Toffolatti, Luigi Tabita, Debora Zuin, Riccardo Livermore e con la partecipazione degli Allievi della ‘Accademia d’Arte del Dramma Antico’ di Siracusa.

[2] Federico Tiezzi è attore, drammaturgo e regista teatrale : curò la sua prima regìa a quattordici anni, per ‘Il Bugiardo’ di Carlo Goldoni; suoi punti di riferimento sono proprio le antiche opere classiche, oltre ad autori come Allen Ginsberg, Federico Garcia Lorca, Pier Paolo Pasolini, Bertolt Brecht. E’ laureato in ‘Storia dell’Arte’ : fondò la compagnia ‘Il Carrozzone’ (Premio Ubu 1979 e 1980 per la miglior compagnia italiana di teatro sperimentale), ora compagnia ‘Lombardi-Tiezzi.

[3] ‘Il pensiero di natura. Dalla psicoanalisi al pensiero giuridico’, di Giacomo B. Contri – SIC Edizioni (1998) Cap. III ‘I sessi nella legge’ – ‘Talento negativo’, p. 155.

[4] Grazie all’aiuto di Medea, principessa e somma sacerdotessa in Colchide, Giasone – in fuga da Iolco dove il re suo padre era stato spodestato - potè impossessarsi del ‘Vello d’oro’, appartenuto all’ariete alato di Ermes e ritenuto dotato di poteri magici.

[5] ‘Medea’ è il film (1969) scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, con Maria Callas nella parte di Medea.

[6] Fino a cinque Giudici erano eletti per le opere in concorso : Euripide ottenne per ‘Medea’, che faceva parte della trilogia da lui presentata per l’agone tragico, solo il terzo posto alle ‘Grandi Dionisie’ nel 431 a.C., anno della prima assoluta presso il Teatro di Dioniso ad Atene

[7] ‘Il disagio nella civiltà’ (‘Das Unbehagen in der Kultur’), S. Freud (1929-1930).

 

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