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Un concetto premiale.

 

Coltivare è un eccellente nome del ‘lavoro’, così per l’artigiano come per il ricercatore : tuttavia chiamare ‘antropizzato’ un paesaggio non evidenzia il profitto che risulta dal lavoro stesso.

Illustrazione originale di Gianni Russomando[1].

 

 

Il vantaggio di una vocazione[2]/40.

 

“C’è una condizione perché si possa, oltre che debba, parlare di imputabilità, una condizione che dovrebbe far arrossire l’ignoranza di cui la nostra cultura è malata, e che essa propaga : quella di sapere che il concetto di imputabilità non è solo né anzitutto un concetto penale, ma anche, e anzitutto, un concetto premiale (nell’ordine, sono imputabili : merito, peccato, reato).”[3]

 

‘Lavoro’ è premiale, come sa chi vi è ammesso.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 4 settembre 2024

 

 

[1] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

[2] www.tutorsalus.net/index.php/it/pensare-da-partner/253-il-vantaggio-di-una-vocazione-psicoanalista-e-professione

[3] Cit. da : ‘Una psicologia amica’, Giacomo B. Contri p. 10 in ‘La Città dei malati’ – Maria Antonietta Aliverti, Raffaella Colombo, Giacomo B. Contri, Maria Delia Contri, Marina Massimi, Giorgio Moretti SIC Edizioni 1994

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