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jacquerie.

Isolarsi, anche in modalità formalmente accademica, segnala impotenza ed infine una ingenua jacquerie. (Illustrazione originale di Gianni Russomando)[1].

 

“Nella Legge presupposta, all’individuo resterà 1. o la sottomissione incondizionata, 2. o la ribellione sempre sconfitta come ogni jacquerie, 3. o la perversione come rinnegamento-sconfessione di ogni asserzione come atto positivo, ossia che pone.”[2]

 

Il vantaggio di una vocazione[3]/15.

 

Ecco che si sta sostituendo di nascosto[4] la neo-nata Costituzione, non è così ?

C’è contrarietà profonda, affettiva non amorosa, al vantaggio : e sa giustificarsi verso il principio di non contraddizione che fonda invece la scienza del pensiero, già inconscio.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 8 novembre 2022

 

[1] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

[2] Cit. dalla ‘Introduzione’ di Giacomo B. Contri al Corso annuale 2010 – 2011 ‘La perversione al bivio’, organizzato da ‘Società Amici del pensiero’ per ‘Studium Cartello – Il lavoro psicoanalitico’.

[3] www.tutorsalus.net/index.php/it/pensare-da-partner/253-il-vantaggio-di-una-vocazione-psicoanalista-e-professione

[4] https://www.tutorsalus.net/index.php/it/pensare-da-partner/265-changeling-non-proprio-uno-scambio

Sottrazioni.

“C’è ostilità al pensiero, quella che non lo promuove e infine lo nega come economico e giuridico, non ontologico : il presente Corso è in continuità con il precedente, ‘L’albero e i frutti’, dedicato alla rettitudine o recht-itudine economica, che fa dell’individuo una Istituzione tra Istituzioni, senza sottomissione né superbia reciproca.

Questa ostilità lascia intendere il presupposto indimostrato ma invincibile (come la presupposizione dell’amore[1]) che la Legge, non importa quale, sia già data, presupposta non posta, così che al pensiero, sempre e solo individuale, sarà impedito l’accesso alla verità che ‘ius semper condendum’ nell’atto quotidiano.”[2]

 

Il vantaggio di una vocazione[3]/14.

 

L’accesso del pensiero individuale alla verità non può essere detratto senza sanzione.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 30 ottobre 2022

 

Illustrazione originale di Gianni Russomando[4]

 

 

[1] “Restava da costruire quella affidabilità (giuridicità, partner) che i cristiani avevano mancato. E’ da questa giuridicità che discende l’affidabilità che è un giudizio, cioè la fede come giudizio di affidabilità (profitto)…”, cit. da ‘Tre capitoli’, Contributo di Giacomo B. Contri al Simposio 2021 – 2022 ‘Amore’, organizzato da ‘Società Amici del pensiero’ per ‘Studium Cartello – Il lavoro psicoanalitico’.

[2] Cit. dalla Introduzione di Giacomo B. Contri al Corso annuale 2010 – 2011 ‘La perversione al bivio’, organizzato da ‘Società Amici del pensiero’ per ‘Studium Cartello – Il lavoro psicoanalitico’. 

[3] www.tutorsalus.net/index.php/it/pensare-da-partner/253-il-vantaggio-di-una-vocazione-psicoanalista-e-professione 

[4] Gianni Russomando, note di biografia : “Nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni."

 

Affollamento.

 

Il vantaggio di una vocazione[1] / 13.

 

 

Ignari non lo siamo che il pensiero ci abita : ma è sui nostri collegamenti[2] che la nebbia cala fitta…

Qualcuno si ostina a chiamarla ansia da prestazione.

 

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 12 ottobre 2022

 

 

Illustrazione originale di Gianni Russomando.[3]

 

 

[1] www.tutorsalus.net/index.php/it/pensare-da-partner/253-il-vantaggio-di-una-vocazione-psicoanalista-e-professione

[2] “Il soggetto suppone di aver commesso qualche crimine che resta indeterminato : tale crimine dev’essere espiato con ogni sorta di procedure dolorose o tormentose…”, cit. da ‘La questione economica del masochismo’, S. Freud (1924) OSF Bollati Boringhieri Vol.10, p.6

[3] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

 

Conversazione con…

Maria Brescancin, illustratrice.

Illustrazione di Maria Brescancin.

 

 

“Mi sono diplomata in ‘Illustrazione’ all’ ‘Istituto Europeo di Design’ e in ‘Drammaterapia’ presso il ‘Centro Artiterapie Lecco’ : queste competenze mi hanno portato a lavorare con case editrici ed in vari contesti, non solo coi bambini ma anche nelle scuole superiori dove - vinto il bando di Concorso -  ho potuto condurre, per esempio, laboratori di teatro e di drammaterapia.

Nell’esperienza che ricordo come una delle più difficili, pur avendo la disponibilità di un mio percorso da proporre alla classe, è stato chiaro che i ragazzi rifuggivano da qualunque intento pedagogico, c’erano atteggiamenti di sfida, di contrapposizione fra loro : se qualcuno diceva : ‘sì, ho voglia’, qualcun altro replicava : ‘e io invece no’. Fino a che qualcuno ha detto : ‘voglio solo dormire’ e io ho proposto : ‘Allora, appoggiate pure la testa sul banco…’ C’è stato chi si è addormentato davvero. Altri hanno accettato la mia proposta di una esperienza di ‘visualizzazione immaginaria’, immaginare cioè di entrare in una biblioteca e di leggere i primi titoli di libri che venivano in mente. Così hanno fatto, e mi hanno portato alcuni titoli che interessavano, o che li avevano colpiti : è stato chiarissimo che avevano accettato di farsi guidare anche dalla mia voce solo dopo che io stessa li avevo ascoltati.

Ed è stata una esperienza per me soddisfacente oltre che formativa, si trattava di un ‘istituto tecnico commerciale’ dove un ‘laboratorio di drammatizzazione’ non è previsto dalla programmazione didattica. Il mio primo lavoro in realtà è stato un impegno che mi sono assunta giovanissima - avevo vent’anni - di seguire una bambina con disabilità grave e sordità : doveva essere per alcuni mesi, poi ho seguito quella bambina per otto anni fino a quando è arrivata alla scuola secondaria, un rapporto che ho costruito appellandomi al mio stesso rapporto col mio corpo.

Ho due bambini, di nove anni e di diciotto mesi, che con mio marito abbiamo atteso e desiderato : la loro nascita mi ha fatto scoprire, se così posso dire, una ‘potenza’ del mio corpo che non prevedevo, che non sospettavo. Anche se dopo le maternità, ammetto che facevo fatica ad accettarmi fisicamente, sono stata tentata di rinunciare ad ascoltare il mio corpo, di metterlo da parte, di pensare che la maternità ti allontani dal femminile… Ma non è stato così.

Anzi ho capito che volevo ascoltare il mio corpo con maggiore attenzione di prima, l’esperienza della maternità ha potenziato anche la mia capacità di percepire, è stata una svolta, anche questa inaspettata e non prevedibile. E poi, se torno a pensarci, prima della mente è stato il corpo ad accogliere la vita, a rendersi conto di un concepimento che poi si è rivelato tale : devo dire che il tempo un po’ sfuma, diluisce queste considerazioni.

Com’è iniziato il rapporto con ognuno dei figli ?

Sicuramente, per me, prima ancora della nascita e poi, una volta nati, cercando assiduamente di mettermi in contatto col figlio : è stato più semplice col primogenito, perché ci siamo guardati a lungo quando me l’hanno messo in braccio per la prima volta. La secondogenita invece aveva bisogno della culla termica, sapevo che avevo pochi minuti al giorno per stare con lei, ed è stato il contatto con la pelle, così com’era possibile, a farci un po’ conoscere, a creare un inizio di rapporto.

Mi piace leggere e l’ho sempre fatto, ma c’è stato un tempo nella mia vita in cui avevo quasi abbandonato la lettura e proprio un libro per bambini mi ha fatto tornare la voglia di leggere : era ‘Il piccolo teatro di Rebecca’, di Rebecca Dautremer (Rizzoli 2011), un raffinatissimo elaborato di cartotecnica che invita, letteralmente, ad entrare fra le sue pagine e nelle sue storie e che poi ho anche presentato allo ‘Speed Book Date’ organizzato da Alessandra Pagani[1].

Ho un po’ l’abitudine di seguire appuntamenti e traguardi secondo un metro personale, che gli altri in famiglia, comunque, sanno richiamarmi : ma recentemente ho avuto la soddisfazione di presentare in libreria, insieme ad altri colleghi, ‘Aspiranti poesie’ scritto e illustrato da me, per l’editore ‘Trararitipi’...”

 

 

A cura di Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 3 ottobre 2022

 

 

[1] ‘Speed Book Date’ è stato un evento in cinque incontri, ideato e organizzato da Alessandra Pagani, blogger ed editorialista a Milano, in varie città italiane nel 2017 proponendo brevissime presentazioni ‘a voce’ di libri letti ed apprezzati da lettori selezionati.

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