Loading color scheme

Conscio.

<Una esibizione autorizzata in una piazza non europea>

 

 

Come si arriva alla opzione di uno ‘standard sociale’ per aderire al quale è sufficiente il silenzio ? Si può parlare di un sociale di ‘default’ ? Con quali prototipi e modelli di riferimento ? Ed introdotti e diffusi, come?

“Il sistema 1 è formidabile in una particolare specialità : identifica automaticamente e senza sforzo le connessioni causali tra eventi, a volte anche quando la connessione è spuria.”[1]

Difficile ammettere l’automatismo quando il fine è dell’individuo, come in ogni attività umana : più comprensibile è ammettere una regìa individuale, che può anche risultare rapidissima – come è in ogni sintesi intuitiva che coglie quanto è già a portata ‘di mente’ – nel coordinare e condurre a meta rappresentazioni conscie ed inconscie, e di cui magari si sia già sperimentata una molteplice capacità di spendersi.

Ci interessa quindi la affermazione di Kahneman[2] perché la sottolineatura “anche quando la connessione è spuria” indica che c’è una parte del pensiero che mette in  moto ‘connessioni non causali’ per la propria sintesi intellettiva, e con un grado di efficacia ben valutabile dal soggetto : di più, ci interessa quel ‘non causale’ perchè si rivolge direttamente ed esclusivamente al soggetto di regìa, senza quasi riferimento alla sua ‘coscienza’ che controlla anzitutto – lo sappiamo - l’ingresso nel sociale.

Il giudizio di Kahneman, che riconosce e trattiene solo le ‘connessioni non spurie’, indica l’esistenza di una parte residua del pensiero che, pur latente alla consapevolezza, non è però assente in quanto è capace di fermare quello specifico fotogramma, sfuggito alla coscienza, che apre a considerare la costruzione di un bivio prima inesistente.

Ed è proprio questa latenza-non-assenza ad interrogare, a rimettere in discussione la distinzione - niente affatto scontata, ma ormai così largamente usata a riferimento anche sociale - fra un ‘sé mnemonico’ ed un ‘sé esperienziale’[3], aprendo invece alla comprensione del perché i ricordi non sono automatici, mai.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 26 novembre 2022

 

 

[1] ‘Pensieri lenti e veloci’ (orig.: ‘Thinking, Fast and Slow’), D. Kahneman (2011), Arnoldo Mondadori Editore SpA, p.146

[2] Daniel Kahneman, psicologo e professore emerito a Princeton, ha studiato a lungo insieme ad Amos Tversky i processi decisionali : nel 2002 ha ricevuto il premio Nobel per l’economia “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano ed alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza”.

[3] ‘Pensieri lenti e veloci’ (orig.: ‘Thinking, Fast and Slow’), D. Kahneman (2011), Arnoldo Mondadori Editore SpA, p.508

Valore.

 “Tale è l’uomo dell’Istituzione dell’Oggetto, il cui comportamento antieconomico descrivo secondo queste tre specie di danno : 1) lucro cessante, 2) danno emergente, 3) lucro non emergente”.[1]

 

Che il vantaggio passi a plusvalore fa di quel lemma, introdotto da Freud[2], un bivio inevitabile del pensiero : è quello che ho chiamato ‘danno cessante’[3].

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 21 ottobre 2022

 

Illustrazione originale di Gianni Russomando[4]

 

 

[1] Cit. da : ‘Economia’, di Giacomo B. Contri in ‘A chi non ha sarà tolto. Economia e psicopatologia’, di Giacomo B. Contri con Ambrogio Ballabio, Alberto Colombo, Raffaella Colombo, Maria Delia Contri, Luca Flabbi, Glauco Maria Genga, Maria Gabriella Pediconi – ebook SIC Edizioni Collana ‘Il pensiero di natura’ (2010) Testo di riferimento per il Corso di ‘Studium Cartello’ 2010-2011 ‘La perversione al bivio’. 

[2] ‘Aldilà del principio di piacere’, S. Freud (1920) Bollati e Boringhieri Vol.9 p.242

[3] https://www.tutorsalus.net/index.php/it/events/233-born-in-a-used-frame-costantino-nivola-fra-salvatore-fancello-e-le-corbusier

[4] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956, diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, mi definisco un semplice ‘amanuense’, lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni.” 

 

Fretta.

You tube:

 

La mazurka, danza di coppia di origine polacca ed inizialmente comunitaria, ha un tempo musicale di ¾ con un accento ritmico che, cadendo sul secondo tempo della misura, riprende il tipico passo di trotto dei cavalli addestrati : permette dunque un ampio numero di volteggi ai ballerini, che possono così restare all’interno di alcune ben definite figure coreografiche. Una riscrittura alta, da parte di musicisti famosi ne permise la grande diffusione nell’8oo. Qui : Claude Debussy (1880) ‘Danse bohemienne’.

 

 

 

 

 

“Si avverte la mia fretta di emergere da tante precauzioni prese nel riportare gli psicoanalisti alle meno discutibili delle loro certezze.”[1]

Le esigenze di una scientificità via via incalzante, il moltiplicarsi di suoi stessi contemporanei ambiziosi di tribune, le lungaggini amorose di tristi patologie : che cosa dunque premeva Jacques Lacan nel ritenere ‘tante’ le ‘precauzioni’ che fino a quel momento aveva osservato ?

“… mi è venuta questa ispirazione : che quando sulla via di Freud si veda lo strano animarsi di una figura allegorica e fremere in una nuova pelle la nudità di cui si veste quella che esce dal pozzo, io le stavo dando voce.”[2] Ma l’inconscio non è già più in-conscio quando passa a rappresentanza, non più un ‘pozzo’ buio : e la ‘nuova pelle’ con cui la ‘nudità si veste’ offre giudizio alla difesa.

Dunque la ‘riduzione’ invocata da Lacan, e “talora lunga a compiersi, ma sempre decisiva, per la nascita di una scienza”[3] non consta alla scienza del pensiero, in quanto quella lacaniana ‘riduzione’ è già ‘rimozione’ e sottrae anziché portare a frutto il moto della pulsione.

Di qui la ‘esperienza’, “quello che Descartes inaugura e che si chiama ‘cogito’… défilé di un rigetto di ogni sapere, ma pretende tuttavia di fondare per il soggetto un certo ammarraggio nell’essere, che riteniamo costituire il soggetto della scienza” conferma invece che quel cartesiano ‘cogito ergo sum’ è individuale e quindi giuridico, niente affatto ‘causa’ oggettiva e addirittura “…paradosso di un imperativo che mi urge ad assumere la mia propria causalità.”[4]

Un imperativo preme semmai il tasto, e chi con esso senza trasporto : l’urgenza[5] che Freud attribuisce alla pulsione non è infatti un imperativo, ma un ‘vantaggio’[6].

 “Dire che il soggetto su cui operiamo in psicoanalisi non può essere che il soggetto della scienza, può passare per un paradosso… Della nostra posizione di soggetto siamo sempre responsabili. Lo si chiami, dove così si vuole, terrorismo.”[7]

Ed è qui, allora, che Freud prende le distanze dai moniti di Lacan, in quanto la psicoanalisi non ‘opera su un soggetto’ ma da quello stesso soggetto è richiesta a sua propria competenza e miglior difesa.

In ‘fretta’ marcia sul posto chi senza logica lo occupa, in quanto non “pulsione epistemologica”[8] è la pulsione individuata da Freud : tuttavia Lacan insiste che “ogni tentativo, o tentazione, in cui la teoria corrente è senza posa recidiva, di incarnare più oltre il soggetto, è erranza – sempre feconda di errori e come tale colpevole”.[9]

Jacques Lacan non spiegò mai perché non apprezzava quando Freud scriveva : “Tutto ciò che che è rimosso è destinato a restare inconscio; tuttavia è nostra initenzione chiarire fin dall’inizio che il rimosso non esaurisce tutta intera la sfera dell’inconscio. L’inconscio ha un’estensione più ampia; il rimosso è una parte dell’inconscio.

Come possiamo arrivare a conoscere l’inconscio ? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio. Il lavoro psicoanalitico ci fa sperimentare ogni giorno che una traduzione del genere è possibile.”[10]

Per “la nascita di una scienza”[11], affretta Lacan, “occorre una certa riduzione… che costituisce propriamente il suo oggetto… Posizione della scienza che si giustifica in un cambiamento di stile radicale nel ‘tempo’ del suo progresso, …”[12] : quel ‘tempo’ – che Lacan lascia in italiano nel suo testo originale – sarebbe dunque riduttivamente il ‘tempo musicale’ di ogni psicopatologia che infinite volte torna a ripetersi nella consolanza del ritmo.

Al bivio con la competenza individuale e con la psicoanalisi proposta da Freud c’è il ‘tempo’ – ineludibile - di un ‘accadere psichico’[13] che si fa traguardo, meta e soddisfazione di chi lavora.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 26 giugno 2022

 

 

 

[1] ‘La scienza e la verità. Lezione di apertura del Seminario 1965-1966’ in ‘Jacques Lacan. Scritti’, a cura di Giacomo B. Contri – Bibliot. Einaudi (2002) Vol. II, p.862

[2] Ivi p.871

[3] Ivi p.859

[4] Ivi p.869

[5] ‘Pulsioni e loro destini’ in ‘Scritti metapsicologici’, S. Freud (1915) – Bibliot. Bollati Boringhieri (2011)

[6] ‘Aldilà del principio di piacere’, S. Freud (1920) OSF Bollati Boringhieri Vol. IX, p.242

[7]  ‘La scienza e la verità. Lezione di apertura del Seminario 1965-1966’ in ‘Jacques Lacan. Scritti’, a cura di Giacomo B. Contri – Bibliot. Einaudi (2002) Vol. II, p.863

[8] ‘La scienza e la verità. Lezione di apertura del Seminario 1965-1966 ’ in ‘Jacques Lacan. Scritti’, a cura di Giacomo B. Contri – Bibliot. Einaudi (2002) Vol. II, p.873

[9]  Ivi, p.863

[10] ‘L’inconscio’ – ‘Premessa’, S. Freud (1915) Biblioteca Bollati Boringhieri (2011) p. 69

[11] Ivi p.859.

[12] Ivi p.859-860

[13] ‘Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico, S.Freud (1911) in OSF Vol.VI Bollati Boringhieri

Affida Menti.

 

 Illustrazione originale di Gianni Russomando[1]

 

 

 

“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli…” Mt 18, 6-10

 

 

Cosa collega “Diritto, Scienza, Fede”[2] altrimenti lemmi in ordine sparso?

Sappiamo infatti dell’inconscio solo quando - ed a ragion veduta evidentemente - ci sanziona la coscienza e certe sue maldestre esternazioni.

Ed è proprio in questa sanzione, vigile e mai depressa che l’inconscio si rivela ‘scienza del pensiero’, di cui la coscienza non può non tener conto : solo della coscienza, infatti, sono le amnesie[3] da cui l’inconscio è esente, chè anzi interviene proprio ripristinando quel collegamento indispensabile che lo svenimento - o de-menticanza - della coscienza aveva temporaneamente messo fuori uso.

Ed è ancora il pensiero sollecitato, o inconscio, a riconoscere l’iniziativa dell’altro, altrimenti detta imputabilità di quell’ ec-citamento che fa di ogni affetto un giudizio ineludibile, il più delle volte distolto tuttavia, o zittito : e bisogna ammettere che via via che gli anni trascorrono, la tentazione di annacquare ciò che da neonati cominciavamo a capire è sempre meno resistibile.

Ma poiché la scienza del pensiero va di pari passo con l’affidabilità di un altro che ha iniziato sollecitando l’affetto di chi così gli si fa partner, quando uno dei due devìa la sanzione banalizzandone l’affetto, la competenza del pensiero sano e curato[4] può fare a meno dell'angoscia.

 

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 1 marzo 2022

 

 

[1] Gianni Russomando, note di biografia : “Sono nato a Vercelli nel 1956. Diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Vercelli. Mi definisco un semplice ‘amanuense’. Lontano mille miglia da mostre, concorsi, esposizioni. Utilizzo da poco i social con lo scopo di dare un attimo di serenità in chi guarda i miei modesti lavori.”

[2] ‘Tre capitoli’, Giacomo B. Contri ‘Contributo 7 gennaio 2022’ - Simposio ‘Amore’ 2021-2022 www.giacomocontri.it

[3] https://www.tutorsalus.net/index.php/it/economia-1-talento-di-pensiero/214-musicofilia-oliver-sacks

[4] ‘Il difensore della salute. Una categoria e le sue varietà professionali (psicoanalisi e altre)’- Docum. pubblico Dott. Giacomo B. Contri 25 marzo 2013 ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n.4

Un paziente di successo[1].

 

Treni in partenza, Stazione Centrale di Milano.

 

 

 

Non facilmente un romanziere – e persino di indubbio successo come Agatha Christie[2] – riesce a liberarsi, attraverso la sola puntuale immedesimazione benchè eccellentemente scritta, del pensiero di qualcuno con cui vi siano irrisolti conflitti. Come mai ?

‘The mistery of the Blue Train’[3] è un racconto di Agatha Christie, interessante fin dal titolo che si rende infatti crocevia di due differenti interpretazioni, la più proficua delle quali poteva persino  riguardare la stessa autrice : ma invano, come infatti si leggerà.

‘The Blue Train’ era anzitutto il romantico e lussuoso ‘Treno della Costa Azzurra’ che, scendendo da Calais passava anche da Parigi : nella lingua inglese, però, ‘blue’ non è solo un colore ma anche un affetto da gelosia atroce ed insoddisfatta senza soluzione.

A questo affetto irrisolto l’investigatore Hercule Poirot, creato dalla fantasia di Agatha Christie, ascrive la maggior parte dei crimini, persino seriali anche quando compiuti da una donna : dunque il romantico ‘The Blue Train’[4] è – solo per i lettori di lingua inglese – anche il treno della ‘melencholia’, che nulla arriva a distrarre perfino da propositi omicida.

Nel testo però l’autrice si lascia scivolare nel pericoloso piacere vendicativo della vittima, che il genere del romanzo evidentemente le consentiva ma che la realtà non premia, in quanto la vendetta sposta, letteralmente, la vittima nel medesimo posto già occupato dal persecutore : il racconto originale, pertanto, non convince per gli improbabili colpi di scena. Si può aggiungere che Agatha Christie non tentò mai, nella sua vita, di avvicinare il lavoro analitico di cui pure qualcosa sapeva.

Sorprende allora che proprio in una traduzione cinematografica[5] - talvolta criticata quando la brevità indispensabile trascura pieghe complesse di un romanzo – si dia riscontro invece ad un brillante quanto risolutivo orientamento che fa di qualcuno - magari persino impegnato in un lavoro analitico - un uomo, o una donna di successo, giunto al traguardo cioè senza il fiato corto della insofferenza e della fretta : quale invece Agatha Christie non fu, sebbene scrittrice seguitissima.

Disconoscere la gelosia ferale di quella ‘melencholia’ a cui la psicologia di massa - o di gruppo - sottomette, in favore di una difesa che esclude l’omicidio ma usa la sanzione[6], è in effetti una capacità laica, niente affatto ‘naturale’ né spontanea.

Ecco perchè arrivare a concludere il proprio pensiero[7] prima di aver concluso la vita, è il talento indiscutibile di chi può essere ritenuto un paziente di successo.

Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 11 febbraio 2022

 

[1] Trovo ben formulato il parere della Dott. Maria Delia Contri, psicoanalista intervenuta lo scorso 15 gennaio 2022 al Simposio ‘Amore’, proposto da Giacomo B. Contri, presidente dell’Associazione ‘Studium Cartello – Il lavoro psicoanalitico’ di Milano : la psicoanalista ha segnalato quel ‘notevole passaggio al Diritto’ che è ‘vera Fede nel legame sociale’ e traguardo ‘di ogni analisi dichiarata’.  

[2] Agatha Christie (1890-1976) fu una scrittrice britannica, tuttora molto apprezzata e tradotta. Fu anche contemporanea di Sigmund Freud, le cui opere furono pubblicate in lingua inglese grazie a ‘Hogarth Press’, di proprietà di Leonard e Virginia Woolf.

[3] Il racconto, pubblicato da Agatha Christie nel 1928, precede di alcuni anni la pubblicazione del celeberrimo ‘Murder on the Orient Express’, pubblicato nel 1934, e che svolge una trama apparentemente più limpida.

[4] Partito per la prima volta nel 1922 da Calais, sul versante francese del Canale della Manica, il lussuoso e romantico ‘Train bleu’ attraversò la ‘Costa Azzurra’ per più di cinquant’anni, passando da Parigi e fino a Sanremo in Italia.

[5] ‘The Mystery of the Blue Train’, regia di Hettie Mc Donald (2005)

[6] ‘Il difensore della salute. Una categoria e le sue varietà professionali (psicoanalisi e altre)’- Docum. pubblico Dott. Giacomo B. Contri 25 marzo 2013 ai sensi della legge 14 gennaio 2013 n.4

[7] “…Sono dunque tre i miei capitoli conclusivi : Diritto, Scienza, Fede.”, cit. : ‘Tre capitoli’, Contributo di Giacomo B. Contri 7 gennaio 2022 al Simposio ‘Amore’ per ‘Studium Cartello – Il lavoro psicoanalitico’.

Oser partir.

 

<Porto dei pescatori, Golfo Aranci-OT>

 

                                           “…tengo a essere ricordato per la concezione giuridica dell’amore, e per la scienza del pensiero (inconscio).”

                                                                                    Giacomo B. Contri, cit.:   ‘A tutti i Soci della Società Amici del Pensiero’, 16 dicembre 2021.

 

 

Come ripescare il lavoro che istituì il legame di un rapporto a cui l’inconscio offre l’unica via possibile ma paludata di una multipla, altrimenti ingannevole, interpretazione[1] ?

Ecco perché la semplicità è frutto, essa stessa, di un complesso, ma non obbligatoriamente lungo, lavoro.

 

                                     Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 19 dicembre 2021

 

[1] Una stessa frase può alternativamente comunicare l‘affrontare un viaggio, oppure il dividere, e persino il separare.

Save
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accept
Decline
Unknown
Unknown
Accept
Decline