Monica Vitti[1].
Nei rifugi anti-aerei dove si riparavano durante la guerra, una Monica Vitti appena dodicenne e il fratello improvvisavano gag per far passare le ore : ma gli altri, vicini a loro nel rifugio, li ascoltavano davvero e persino ridevano, nonostante la paura. “Io devo ai bombardamenti la mia carriera…”[2]
Una frase rischiosa, che fa da cerniera ad altri bombardamenti, quelli temibili[3] sull’inconscio e di cui la coscienza è incaricata : persino nei momenti buissimi dei suoi quattordici anni, Monica Vitti ricorda quanto fosse insostituibile la scoperta del suo talento per fronteggiare la coscienza.
Anni dopo, fece il suo debutto in teatro da professionista diplomanda in Accademia[4], recitando nel Coro della ‘Ifigenia in Aulide’ al Teatro greco di Akrai, dove ogni anno, e quasi in contemporanea con la stagione teatrale del vicino ‘Teatro Antico’ di Siracusa, si svolge il ‘Festival dei Giovani’[5].
Ifigenia - antica principessa greca destinata al sacrificio dallo stesso re-padre, Agamennone, per favorire la partenza dei guerrieri Achei impazienti di combattere a Troia - viene spesso presentata ad un pubblico di giovanissimi : forse per quel suo inspiegato oscillare fra lo sgomento per la decisione paterna che pure l’aveva già promessa in sposa all’eroe Achille, ed invece la sua graduale sottomissione al sacrificio di fronte al popolo attento, con l’obbedienza ed il regale comportamento che da lei tutti attendono.
Ma proprio sul punto di essere trafitta dalla spada del carnefice, Ifigenia viene sostituita da una grande cerva del bosco che i presenti increduli vedono insanguinata e morente sull’altare sacrificale della dea Artemide, al posto della giovane sfortunata.
Sostituzione dunque possibile ? Senza la propria carta d’identità, certo che sì ! Le sole emozioni non ci difendono, infatti : ed ognuno lo sa bene.
Ma qui Euripide ci dice - e fin dal 403 a.C., quando la tragedia fu per la prima volta rappresentata – qualcosa in più : se questo è il destino della donna sprovveduta, lei stessa saprà recuperare oltremisura il sopruso subìto, come purtroppo si leggerà nella successiva ‘Ifigenia in Tauride’ che porta ancora di Euripide la firma.
La presenza di una donna con la carta d’identità oppure senza, ha riportato sulla scena la ammissibilità di quel masochismo che Freud definì ‘femmineo’[6] - niente affatto limitato, tuttavia, al sesso femminile - e che Monica Vitti ha saputo bene interpretare in alcuni personaggi della sua lunga, giustamente apprezzata, carriera professionale : pagando però a caro prezzo quell’aver dovuto entrare ed uscire di continuo da tante caratterizzazioni persino grottesche, anche se mai improbabili, che la recitazione impone.
Il suo ininterrotto discorso recitativo era evidentemente selettivo, in quanto rivolto anzitutto alle donne.
“Diversa è l’indole,
diverso il carattere degli umani,
ma l’autentica virtù è sempre chiara”[7].
Marina Bilotta Membretti, Cernusco sul Naviglio 10 marzo 2022
[1] Monica Vitti, recentemente scomparsa (1931-2022), è stata un’attrice di fama internazionale e pluripremiata, ma anche molto amata dal pubblico : durante la II Guerra Mondiale era poco più che bambina.
[2] ‘La mia Guerra’ (1990, Rai 3) è stato un programma televisivo in sette puntate, condotto dalla giornalista Enza Sampò e dallo sceneggiatore Leo Benvenuti.
[3] Il rischio di un ‘ritorno del rimosso’ è sempre presente nelle psicoterapie dirette, non nel lavoro analitico. Freud presentò la questione fin dall’inizio della sua carriera. ‘Studi sull’isteria’, J.Breuer-S.Freud (1895) OSF vol.1; ‘La rimozione’, S.Freud (1915) OSF vol.8
[4] Monica Vitti debuttò nel 1953 col suo nome alla nascita, Marisa Ceciarelli, poco prima di diplomarsi all’ ‘Accademia Nazionale d’Arte Drammatica’ di Roma, fondata ed allora diretta da Silvio d'Amico che fu anche il suo maestro, e che le suggerì di scegliere un ‘nome d’arte’: fu così che lei stessa arrivò a scegliere il nome Monica, che le piaceva, e Vitti con la prima parte del cognome materno che era Vittiglia.
[5] https://palazzoloacreide.italiani.it https://indafondazione.org
[6] ‘La questione economica del masochismo’, S. Freud (1924) OSF vol.10
[7] ‘Ifigenia in Aulide’ in ‘Euripide. Ifigenia in Tauride. Ifigenia in Aulide’, a cura di Franco Ferrari BUR (2018) Mondadori Libri Spa / vv.558-560, pp.240-241